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A chi servono le Elezioni Digitali?

Chi ha le chiavi del sistema informatico ha in mano quelle della democrazia


Le recenti linee guida emanate dal Ministero degli Interni "per la sperimentazione di modalità di espressione del voto in via digitale per le elezioni politiche ed europee e per i referendum previsti dagli articoli 75 e 138 della Costituzione limitata a modelli che garantiscano il concreto esercizio del diritto di voto degli italiani all'estero e degli elettori che, per motivi di lavoro, studio o cure mediche, si trovino in un comune di una regione diversa da quella del comune nelle cui liste elettorali risultano iscritti" fanno emergere una serie crescente di preoccupazioni.

Intanto, prima della sperimentazione, bisogna procedere con una simulazione, seppure in piccolo di tutte le fasi.Si afferma poi la complementarietà del sistema elettronico rispetto a quello tradizionale della scheda cartacea che viene compilata al seggio, dove l'elettore deve usare una apposita cabina, senza che nessuno lo veda o lo possa controllare: "Il voto elettronico dovrebbe porsi come un'opzione al sistema di voto tradizionale. I cittadini, conseguentemente, dovrebbero scegliere anticipatamente rispetto alla data fissata per la tornata elettorale, entro un termine prefissato, con quale modalità esercitare il proprio diritto di voto. Ciò si rende necessario per consentire l'adozione di misure tese ad escludere la possibilità di esprimere, con modalità differenti, un voto multiplo".

Basta ricordare il recente divieto di portare i telefonini nella cabina, per evitare di fotografare la scheda ed essere sottoposti al "controllo di fedeltà" per rendersi conto della portata dirompente di questo nuovo sistema: fare lo screenshot al momento del voto diviene uno strumento di ricatto.
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