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Un giorno di ordinaria follia

Caucasico, maschio, non tanto giovane, azionista.

Caucasico, maschio, non tanto giovane, azionista.

Nelle società occidentali, attente ai diritti civili e sempre più multietniche, le polizie affrontano ogni giorno il problema esplosivo del profiling. Poiché è poco pratico indagare sempre a 360 gradi, restringere il campo dei sospetti di un reato sulla base della nazionalità, del colore della pelle, del genere e dell’età è una forte tentazione. Nella fila davanti al metal detector di un aeroporto sottoporre alla stessa indagine minuziosa una tranquilla signora bianca ottantenne in sedia a rotelle o un giovane inquieto con una barba incolta e la pelle olivastra viene considerato da alcuni poco efficiente.

La maggior parte delle volte probabilmente è così, ma il profiling presta il fianco ad abusi di ogni tipo e alimenta tensioni nelle nostre società, già di loro piuttosto nervose. D’altra parte, i terroristi islamici, per fare un esempio, hanno imparato velocemente ad aggirare il profiling utilizzando occidentali convertiti, con gli occhi azzurri e l’aria rassicurante.

Fatte queste premesse, se il possesso di azioni quotate in borsa fosse improvvisamente dichiarato penalmente rilevante in un qualsiasi paese europeo o negli Stati Uniti, sarebbe statisticamente pratico, dovendo organizzare una retata di azionisti e istituire posti di blocco per catturarli, fermare e perquisire soprattutto soggetti bianchi, maschi e non particolarmente giovani.

Bianco, maschio e senior è il profilo del tipico elettore di Romney che ieri, come il Michael Douglas bloccato nel traffico su una Interstate di Los Angeles e frustrato da una normalissima vita a gratificazioni zero, ha avuto il suo giorno di ordinaria follia (nella foto Michael Douglas in Falling Down, Un giorno di ordinaria follia. Film. 1993.)

Due ore di coda in piedi per votare, la lunga serata davanti alla televisione per vedere risultati sempre più deludenti. Il sonno agitato, il risveglio nella stanchezza. La prospettiva ormai quasi certa di un aumento dell’imposta sui capital gain dal 15 al 20-25 per cento, con un altro 3.8 per finanziare la riforma sanitaria di Obama. L’imposta sui dividendi (che pesa ancora di più su quelle azioni ad alto rendimento, telecom e utilities, che per mesi il suo broker gli ha fatto comprare) destinata a passare dal 15 al 20-25, ma forse anche molto di più, addirittura all’aliquota marginale. Che verrà a sua volta alzata e alla quale andrà aggiunto l’onnipresente 3.8 per l’Obamacare.

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