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Brave New World

La repressione finanziaria tra utopia e distopia


La seconda anima della MMT (e il motivo per cui piace alla Squad e agli altri progressives americani) è però indifferente al vincolo dell'inflazione. Se c'è inflazione tanto meglio, perché questa, sul modello della keynesiana eutanasia del rentier, eroderà silenziosamente il patrimonio dei ricchi.

Nella MMT, insomma, c'è tanto Huxley quanto Orwell. Se fino a pochi mesi fa abbiamo visto il lato fordista (sussidi per tutti, disavanzi da tempo di guerra senza inflazione) ora, con il CPI americano sopra il 6 per cento, vediamo anche l'altro aspetto, quello redistributivo.
Per la MMT, ricordiamo, i tassi vanno tenuti permanentemente a zero, quale che sia il livello dell'inflazione. Il rimborso del nominale del debito sovrano è garantito, il suo potere d'acquisto no.

Mettendo insieme la possibilità che il nuovo governatore della Fed sia Lael Brainard, teorica del controllo di curva, con l'inflazione al 6.2 per cento, i mercati hanno deciso, almeno in prima battuta, che il tasso di policy a zero e quello decennale a 1.55 continuano ad andare benissimo. Hanno cioè reso omaggio all'utopia MMT e ribadito che l'inflazione può andare dove vuole, ma finché i tassi sono a zero, bond e azionario sono perfettamente giustificati su questi livelli e possono anzi salire ancora.

In seconda battuta, in sede d'asta Treasury, abbiamo invece visto l'aspetto distopico della MMT. Il mercato ha avuto un moto di repulsione per i rendimenti offerti e borse e bond sono scesi per qualche ora in un clima piuttosto cupo.
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