L'instabilità dei quarant'anni di deflazione che ci siamo lasciati alle spalle è stata dunque circoscritta agli asset finanziari. Quella che abbiamo cominciato a vivere dal 2020 è e sarà soprattutto l'instabilità dei cicli economici, che saranno più brevi e volatili.
In questo momento
ci troviamo a distanza di qualche mese dall'azzeramento della crescita e, almeno in America, anche da quello dell'inflazione. Se durante questa fase non facciamo qualcosa per aumentare l'offerta, in particolare nell'energia, non appena ci riprenderemo riprenderà anche l'inflazione.
A breve termine, nei prossimi tre-quattro mesi, ci troveremo però in una fase relativamente tranquilla in cui
la crescita americana accelererà mentre l'inflazione ha già iniziato a rallentare in modo significativo. Questo compenserà, per i mercati, i problemi dell'Europa e dell'Asia. Al di là della vistosa volatilità spicciola, quindi, il livello di 4000 sull'SP 500 rimarrà il perno su cui si ruoterà, con qualche tentativo di fare anche di meglio. La Fed ne approfitterà per portare i tassi al 4 e la Bce li alzerà al 2.
Più avanti le cose si complicheranno, ma non è ancora detto che nel 2023 avremo per forza una recessione severa.
"