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All'economia italiana serve liquidità. Tanta e subito

Mentre le banche di Paesi molto più ricchi dell'Italia hanno ricevuto aiuti enormi, da noi ci si limita alle ispezioni. Per scoprire l'acqua calda: che la situazione è grave, ogni giorno di più.

All'economia italiana vengono sottratti:
  • gli importi relativi al pagamento degli interessi sul debito pubblico di spettanza dei sottoscrittori stranieri (ora pari al 35% del totale della spesa annua per interessi, cifrata complessivamente in 85 miliardi nel 2012);
  • la remunerazione della raccolta bancaria dei non residenti (pari a 136,6 miliardi di euro a fine 2012, corrispondente al 13% della provvista, necessaria per provvedere ad impieghi pari a 1.829 miliardi);
  • il minor credito derivante dalla quota crescente di impieghi bancari in titoli di Stato (pari a 404 miliardi di euro) che è necessaria per colmare sia le minori sottoscrizioni dall'estero sia il maggior debito lordo. Le statistiche dell'Abi evidenziano solo la componente stabile della raccolta da privati e degli impieghi creditizi a favore delle Pubbliche amministrazioni (270 miliardi), mentre quelle di BdI rilevano anche le relazioni di liquidità verso il sistema europeo delle Banche centrali.

Il credito all'economia viene progressivamente ridotto in corrispondenza della aumentata sottoscrizione di titoli di Stato. Tra l'altro, il debito pubblico non consuma capitale bancario sotto il profilo delle regole di Basilea 3, che lo valutano in base al rischio degli attivi.

Il ritiro degli impieghi bancari dall'estero, che è iniziato dopo il picco superiore registrato nel secondo semestre 2008 (dati Bri, ultimate risk basis, counterparty location Italy), ha raggiunto i 607 miliardi di dollari a fine 2011. Ciò ha influito sia sull'ammontare dei titoli del debito pubblico sottoscritti dall'estero sia sulla raccolta di risparmio all'ingrosso da parte delle banche italiane. La gran parte dei ritiri è dipesa dal comportamento delle banche tedesche e francesi (rispettivamente per 135,6 miliardi di dollari e 198,8 miliardi). La ragione di questi ritiri è stata determinata dal timore di subire perdite per il default del debitore: comporta un eccesso di liquidità, che viene depositata preso la Bce, ed una carenza in altre, in cui anche il credito ordinario si è rarefatto ed il suo maggior costo rende la competizione economica ancora più impari. La politica monetaria della Bce è palesemente inadeguata rispetto a queste distorsioni.
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