La strategia di Donald Trump aveva i numeri dalla sua parte, solo quelli: sul piano commerciale, tanto si vende ed altrettanto si deve comprare; sul piano della sicurezza, parimenti, i costi della pace non possono gravare solo su una parte, mentre gli altri godono dei benefici. Anche in campo ambientale, l'America di Trump non voleva assumere obblighi nuovi ed asimmetrici rispetto agli altri.
Il "bilaterialismo" di Trump implicava per ciascun Paese l'obbligo di riequilibrare in termini economici e dunque geopolitici i suoi rapporti diretti con gli Usa: l'America non poteva più, né voleva, fare tutto da sola. Era il riconoscimento di un modello di crescita strutturalmente squilibrata, di una eccezionalità monetaria e di un impegno militare globale non più sostenibili.
La
Presidenza Biden sembra voler attribuire agli Usa un livello di superiorità democratica e di civiltà rispetto ai suoi avversari: è un
peccato di presunzione che la indebolisce. Si espone inutilmente alle stesse critiche che rivolge agli altri.
Alla fine, gli Usa giustificherebbero con sanzioni politiche, irrogate unilateralmente a difesa dei diritti civili dei cittadini di altri Stati e del rispetto da parte di questi ultimi dei principi del diritto internazionale, quelli che non sono altro che dazi economici volti a riequilibrare un'altrimenti insostenibile debolezza.
Da Trump a Biden, l'escalation americanaDai Dazi economici alle Sanzioni politiche
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