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Torniamo all'ONU: basta G7, G20 e Diplomazie Telefoniche

La crisi afgana non si risolve con un G7 virtuale, con un G30 opaco e senza poteri, o qualche video conferenza


E' inutile convocare il G7 per una riunione di emergenza, come ha fatto il Premier britannico Boris Johnson, per via della Presidenza di turno britannica, per chiedere agli Usa di ottenere una serie di garanzie ai Talebani per rispettare il termine del 31 agosto per il ritiro delle truppe anglo-americane ancora sul posto insieme a quelle tedesche intervenute a protezione dei propri concittadini: è un Tavolo in cui si sta seduti tutti da una parte sola.

Ed è ancora peggio demandare la questione al G20, nell'ambito delle iniziative della Presidenza di turno italiana: è una sede velleitaria, opaca e priva di poteri. E' vero che ne fanno parte anche la Russia e la Cina, e che quindi si tratta di una sede più ampia di dialogo, ma è solo il frutto ormai immangiabile della stagione dell'Unilateralismo americano, volto a bilanciare in qualche modo lo strapotere degli Usa.Se la Francia, la Gran Bretagna, l'Italia o la Germania hanno qualcosa da dire, non si limitino a diffondere brevi comunicati stampa con i quali danno conto di una telefonata o di una videoconferenza. Presentino, se ne sono capaci, una proposta di deliberazione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, magari dopo essersi consultati con i vertici di Stati Uniti, Russia e Cina.

Nella sede ufficiale del Palazzo di Vetro, a New York, in modo pubblico, ognuno deve finalmente prendersi le sue responsabilità davanti al mondo intero.

La crisi afgana non si risolve con un G7 virtuale, con un G30 opaco e senza poteri, o qualche video conferenza

Torniamo all'ONU: basta G7, G20 e Diplomazie Telefoniche
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