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Verso il 2022

L'inflazione è vicina al picco, ma rimarrà sostenuta


E che nessun ufficio studi, nemmeno quello della Fed, sia oggi in grado di prevedere con qualche grado di certezza come andrà l'inflazione risulta evidente se si considerano due incognite di grande peso, omicron e il prezzo dell'energia.

Omicron è stato prima vissuto come una catastrofe e poi, all'opposto, come una sorta di vaccino salvifico che ci donerà l'immunità a prezzo di qualche colpo di tosse. Da quel poco che si sa, tuttavia, la letalità di omicron può anche essere un quarto di quella di delta, ma se la sua contagiosità è quadrupla, come pare, il numero di ricoveri e di vittime rimarrà lo stesso di oggi. E poiché la pandemia ha assunto un profilo inflazionistico, il suo eventuale prolungarsi contribuirà a mantenere tensioni sui prezzi anche l'anno prossimo.

Quanto all'energia, la questione ucraina e la riproposizione americana dell'idea di bloccare Nord Stream 2 hanno già fatto risalire verso i massimi il prezzo del gas europeo. I mercati non dovrebbero sottovalutare la determinazione russa non tanto a invadere l'Ucraina, quanto a impedire a ogni costo, inclusa la rinuncia ai proventi dalla vendita di gas, il suo ingresso nella Nato.

La prossima settimana ci fornirà molte indicazioni sia sul fronte delle banche centrali, su quello del dialogo russo-americano sull'Ucraina e su omicron. I mercati hanno ora un posizionamento equilibrato e un atteggiamento di attesa costruttiva. La fase euforica del rialzo azionario è conclusa, ma il fondo rimane piuttosto solido. Rimetteremo in discussione l'idea di restare investiti quando ci sarà evidenza di un rallentamento della crescita, di cui per ora non c'è traccia.
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