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55 / Uno sforzo di fantasia

Talvolta uno sforzo di fantasia può rivelarsi utile per comprendere meglio l'evoluzione di una situazione, nonché per individuare i comportamenti da attivare e quelli da evitare con cura al fine di raggiungere i target prefissati. Ad esempio, se nell'ambito dell'attuale delicatissimo scenario provassimo ad immedesimarci nei ragionamenti, nelle tattiche e nelle strategie di un fondo speculativo, probabilmente ci accorgeremmo di come molte delle posizioni, delle decisioni e degli atteggiamenti assunti dai vari soggetti coinvolti (governi, partiti, istituzioni etc) siano del tutto incompatibili con l'obiettivo di uscire dalla crisi limitando, al possibile, i danni.

Ipotizziamo, dunque, di essere un grande hedge fund, fortemente speculativo ed in grado di muovere enormi masse di denaro; ipotizziamo anche di avere fatto una scelta "ribassista", ossia di avere scommesso, nel caso in esame, sull'avvitamento della situazione in Europa, sulla impossibilità per alcuni Stati di rifinanziare il proprio debito, sull'esplosione degli spread e dei rendimenti dei titoli pubblici. Ora, risulta evidente, che il nostro fondo trarrà vantaggio dal verificarsi delle ipotesi negative alla base della propria scommessa, ma è ben conscio che i grandi guadagni potrebbero trasformarsi in un "bagno di sangue" qualora le ipotesi di base si rivelassero inesatte o intervenissero accadimenti inaspettati quali, ad esempio, un intervento non convenzionale della BCE.

Ciò premesso esistono almeno tre fattori in grado di aiutare il nostro fondo speculativo a vincere la sua scommessa e realizzare ingentissimi guadagni. Il primo è il fattore incertezza: è evidente che una situazione instabile quale l'attuale, dove i fondamentali interventi della BCE vengono prima presentati come percorribili e subito dopo bocciati senza remora o dove decisioni già prese in sede politica (meccanismi anti-spread) non si concretizzano a causa di tardivi ripensamenti, costituisce terreno assai fertile per gli attacchi speculativi. Senza contare che questa grande incertezza viene oltretutto esaltata da una comunicazione ormai al limite dell'isterismo, nell'ambito della quale ogni parlamentare, ogni rappresentante delle istituzioni di un qualsiasi Paese si sente autorizzato a palesare i propri convincimenti attraverso i media, in piena libertà, ed incurante delle conseguenze sui mercati.

Il secondo fattore particolarmente apprezzato dal nostro hedge fund è costituito, invece, dalle sostanziali divisioni presenti all'interno dell'Eurogruppo. Finché permarrà la netta demarcazione tra Paesi mediterranei, considerati di massima inaffidabilità, e Paesi nordici autoproclamatisi "virtuosi", finché permarrà un clima di reciproca diffidenza tra gli stessi Paesi dell'Area in grado di generare solo politiche economiche ondivaghe ed inconcludenti, certo non mancheranno per il nostro fondo le occasioni per organizzare razzie speculative.

Il terzo fattore su cui fa molto affidamento il nostro hedge fund per riempire le proprie casseforti è costituito, infine, dalle spinte politiche e partitiche presenti all'interno dei diversi Paesi dell'Eurogruppo. Sicuramente le insurrezioni dei falchi tedeschi contro gli aiuti agli Stati in difficoltà che finiscono per indebolire la maggioranza della Merkel, le sortite di alcuni partiti italiani che, ancorché in fase di evaporazione, minacciano il governo Monti invocando il ricorso alle urne, nonché le mobilitazioni generali proclamate in autunno contro il governo Rajoy contribuiranno in maniera considerevole a far vincere la scommessa al nostro fondo. Per converso, ovviamente, tutte le decisioni che verranno prese in maniera unitaria dalle istituzioni europee al fine di uscire dall'attuale fase di stallo, tutti gli interventi non convenzionali che potranno essere varati per calmare le isterie dei mercati e riportarli a valutazioni di natura economica potrebbero costituire fonte di forte preoccupazione per il nostro hedge fund. Il quale, tuttavia, almeno per il momento, dorme sonni tranquilli e progetta lucrosi raid speculativi.
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