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Braccio di ferro

Verso le elezioni e oltre. Troppi timori o troppo pochi?


Detto questo, i rischi immediati del dopo voto non sono così ampi come si potrebbe pensare proprio perché sono incognite conosciute per le quali tutti avranno avuto il tempo di organizzarsi. La grande volatilità si verifica infatti quando un evento è imprevisto e nessuno ha avuto il tempo di prepararsi. Quanto all'incertezza sull'esito degli scrutini dopo il voto, non si tratterà di un'incertezza diversa da quella che abbiamo oggi e con la quale conviviamo.

Se i rischi legati alla fase immediatamente successiva al voto sono dunque sopravvalutati, i mercati tendono a sottovalutare la portata dei cambiamenti cui potremmo assistere nei prossimi quattro anni.

Nessun cambiamento in caso di vittoria di Trump, che si dedicherà alla politica internazionale e che non si è nemmeno premurato di scrivere un programma credibile sapendo bene che avrà contro il Congresso, tutto o in parte. Trump e Congresso, in altre parole, si bloccheranno a vicenda.

Completamente diverso il caso di una vittoria di Biden, soprattutto se supportata da una conquista democratica del Senato (più importante, in queste elezioni, della Casa Bianca).

Se Trump e il Congresso repubblicano hanno tagliato le tasse per un trilione di dollari nel 2018 (una cifra considerata da molti abnorme), Biden alzerà le tasse di 4 trilioni (sono cifre della campagna Biden, non gonfiate dagli avversari), colpendo in particolare le imprese e i redditi alti. In compenso Biden ha in programma spese aggiuntive ancora più ampie e pari a 8 trilioni, con un effetto netto espansivo di 4 trilioni, il quadruplo di quello di Trump.
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