Ci sono
interi settori bloccati, come quello del turismo invernale e delle Città d'arte. Non parliamo poi delle
crociere, del trasporto aereo, delle
Fiere, o della
moda. Stando a casa, è inutile rinnovare il guardaroba.
Per evitare una catastrofe sociale, una rabbia incontenibile, si bloccano i licenziamenti, si rinviano i termini di pagamento delle cartelle esattoriali, si spostano in avanti le scadenze dei pagamenti dei mutui, si mettono garanzie pubbliche sui prestiti erogati dalle banche per fornire liquidità alle imprese. Di settimana in settimana, di giorno in giorno, la catastrofe si avvicina.
Per cautela sanitaria, si continua a mettere restrizioni alla popolazione, mentre
le vaccinazioni procedono con esasperante lentezza e di "cure" non se ne parla affatto. Ed intanto, ad esempio in alcune zone della Francia, gli ospedali sono in difficoltà, con i reparti di terapia intensiva occupati all'80%: una soglia pericolosissima.
Bisogna riconoscere che anche il
cambio di mano in Italia, passando dal governo presieduto da Giuseppe Conte a quello di Mario Draghi, che pure ha proceduto alla sostituzione del vertice della Protezione civile e del Commissario all'emergenza,
non ha prodotto ancora alcun cambiamento visibile.
Si continua come prima, con le regioni che cambiano colore di settimana in settimana. Anche sulla somministrazione dei vaccini, nessuna novità se non il divieto di usare un lotto considerato sospetto.
Se i vaccini non arrivano, e non dipende da noi, non si può fare altro che tenere tutto fermo.
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