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Criptovalute: il Bitcoin e i rischi da considerare

Finanza · 26 maggio 2025 - 12.41
Volatilità, regolamentazione, sicurezza, mancanza della garanzia di un’autorità centrale, sono questi alcuni dei principali fattori da considerare se si vuole investire in Bitcoin. Molti investitori hanno ottenuto profitti significativi, negli ultimi anni, grazie a questa criptovaluta che ha conquistato una considerevole notorietà, ma è importante essere consapevoli delle potenziali sfide e dei rischi ad essa connessa.


Cosa sono le criptovalute

Le criptovalute sono monete che a differenza di quelle tradizionali nascono esclusivamente in formato digitale. Il Bitcoin è la criptovaluta più conosciuta e, la sua invenzione, nel 2009, viene attribuita ad un giapponese, noto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto che presentò il dominio (bitcoin.org). Questa valuta digitale viene generata da un software a codice libero (open source), ovvero un programma sviluppato e gestito attraverso una collaborazione aperta tra programmatori e generalmente distribuito in via gratuita. Si basa su un sistema che consente a un utente di scambiare dati con altri utenti in quel momento collegati (peer-to-peer).
La tecnologia che permette lo scambio di Bitcoin, è la Blockchain o catena di blocchi, attraverso l’utilizzo di chiavi di crittografia, pubbliche e private, che sono depositate e custodite all’interno di portafogli virtuali. Nei blocchi sono contenute le informazioni che permettono di convalidare le transazioni.


Ci possiamo fidare?

Se da un lato il sistema Blockchain garantisce sicurezza, trasparenza, e immutabilità delle transazioni che, una volta registrate nella “catena di blocchi”, non possono essere modificate in alcun modo e possono essere tracciate e visionate da chiunque, dall’altro lato ci sono alcuni aspetti critici di questi strumenti che vale la pena analizzare. Di seguito saranno pertanto esaminate le varie tipologie di rischi che si celano dietro l’utilizzo delle valute virtuali.

Volatilità

Una delle caratteristiche, ma anche il rischio, che più rappresenta il Bitcoin, è la volatilità del prezzo che può oscillare considerevolmente in breve tempo e che può portare a rapidi guadagni, ma può causare anche perdite significative. Pertanto, EBA (European Banking Authority), ESMA (European Securities and Markets Authority) ed EIOPA (European Insurance and Occupational Pensions Authority), sconsigliano fortemente di convertire in valuta virtuale somme ingenti di capitale, poiché le perdite potrebbero non solo riguardare l’intero investimento, ma avvenire anche nell’arco di poche ore.

Quindi, anche se nel 2009, quando sono nate le valute virtuali con i Bitcoin, l’intento era quello di creare una moneta completamente digitalizzata, si scopre oggi che assomigliano più a uno strumento finanziario piuttosto che a una moneta fisica. Chi compra Bitcoin o qualsiasi altra cripto, ha uno scopo speculativo, ovvero far sì che il valore delle proprie cripto salga nel tempo, così da venderle a un prezzo maggiore di quello di acquisito e trarre un guadagno.

Regolamentazione incerta

Le criptovalute rappresentano senza dubbio un fenomeno in continua espansione, ma a ciò non corrisponde un’evoluzione anche dal punto di vista normativo.

Una possibile introduzione di regolamentazioni, in un futuro prossimo, è fonte di preoccupazione tra gli investitori, in quanto ciò potrebbe avere un impatto considerevole sul valore della criptomoneta e sulla sua adozione futura. Il timore, invece, delle banche centrali è che le valute virtuali possano, in maniera progressiva, destabilizzare e addirittura rimpiazzare il sistema monetario tradizionale, prendendo il posto del contante e della moneta la cui emissione spetta attualmente agli Stati sovrani.

Sicurezza informatica

Gli investimenti in criptovalute, senza un controllo centrale, possono essere soggetti a frodi, attacchi hacker e furti di portafogli digitali con conseguenti perdite economiche definitive e irreversibili. Un esempio è il recente attacco alla piattaforma di cripto Bybit, con il furto di criptovalute per una perdita stimata di 1,46 miliardi di dollari, che ha sollevato interrogativi cruciali sulla sicurezza.

Valuta decentralizzata

Il Bitcoin è una valuta decentralizzata, ovvero non è regolamentata da un'autorità centrale o da un governo, ma è monitorata e organizzata da una rete “peer-to-peer” chiamata blockchain, che funge anche da registro contabile sicuro delle transazioni. Ciò implica una maggiore autonomia finanziaria, ma il rischio si cela dietro la mancanza di una struttura di regolamentazione.


Rischi emozionali

Chi si appresta ad investire nella criptovaluta più conosciuta, deve essere pronto a gestire le significative fluttuazioni di prezzo con l’effetto psicologico che ne consegue sulle decisioni di investimento prese. L’emozione forse più frequente nelle operazioni di trading è la paura, soprattutto quando un trader (investitore) è in dubbio se “aprire” o meno una posizione e quindi se investire o meno il suo capitale. Freddezza e lucidità nell’atto operativo (entrare o uscire da un investimento) sono le caratteristiche che rendono un investitore vincente.
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