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106 / BCE: una nuova ciambella di salvataggio

In uno scenario economico non solo “bloccato”, ma anche fragile e quindi esposto ad improvvisi shock esterni, la BCE di Mario Draghi è dovuta nuovamente scendere in campo varando nuovi stimoli monetari non convenzionali

Addirittura, fra 2 anni, le banche potranno ottenere uno sconto sul tasso BCE in proporzione all'incremento degli impieghi effettuati a favore di famiglie ed imprese, fino a raggiungere un tasso negativo dello 0,40%. Ovviamente, tutti questi interventi hanno come comune denominatore quello di spingere le banche - in surplus di liquidità e prive di rendimenti finanziari alternativi accettabili - ad impiegare la propria raccolta a sostegno del mondo produttivo stremato da 8 anni di crisi.

Ora, premesso che, gli interventi monetari della BCE costituiscono, al momento, gli unici tentativi concreti di rimettere in moto il volano dell'economia europea, dobbiamo rassegnarci al fatto che questi, da soli, non sono sufficienti a tirarci fuori dalla crisi. Alcune considerazioni a riguardo:

  • Mario Draghigli stimoli monetari, per loro natura, sono di breve termine. Sono in grado di dare una brusca accelerazione iniziale al volano dell'economia, ma non possono sostituirsi ad interventi e riforme strutturali che rimangono appannaggio della politica e dei governi. Solo interventi strutturali di natura fiscale o che incidano sullo snellimento della burocrazia e delle procedure legali possono far virare le aspettative di banche ed imprese da negative a positive. E solo questi fattori, strutturali e non monetari, possono spingere questi soggetti a muoversi sulla scena con maggior coraggio. Un imprenditore che vede un futuro incerto e, quindi, pericoloso, utilizzerà i prestiti concessi dalle banche a tassi bassissimi non per nuovi investimenti, ma per ridurre il costo dell'indebitamento pregresso e per fronteggiare l'incertezza sul futuro. Una banca che vede un futuro nero tenderà ad utilizzare i soldi concessi a tasso 0 dalla BCE per finanziare le grandi aziende con ottimi rating piuttosto che le PMI con rating pericolosi.
  • l'intervento di Draghi è "bancocentrico", ossia utilizza le banche come catena di trasmissione degli stimoli monetari alle imprese. Peccato che, se da una parte, si spingono le banche a far credito alle imprese, dall'altra, le nuove regole di vigilanza impongono alle banche sempre maggiori accantonamenti, maggiori vincoli e maggior patrimonio a fronte del credito concesso. Dunque, se non si vuole che gli stimoli monetari della BCE abortiscano spontaneamente, appare assolutamente indispensabile trovare un giusto punto di equilibrio tra volontà di rendere più solido il sistema bancario nel suo complesso e necessità di far uscire al più presto le aziende dalla crisi. Non bisognerebbe mai scordarsi che il coacervo di normative e regolamenti di vigilanza sicuramente rendono i sistemi bancari più solidi nel medio lungo periodo, ma impattano sulle banche la mattina dopo e, sulle aziende, il pomeriggio successivo.
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