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Basilea 3 ed il gigante dai piedi di argilla

Un nuovo modello condiviso
Quanto detto, ovviamente, non vuole nè incidere nè limitare la sfera decisionale dell'imprenditore, ma vuole, piuttosto, sottolineare come sia importante che la banca attivi un corretto flusso informativo verso l'imprenditore così che lo stesso possa operare delle scelte in piena autonomia, ma nella consapevolezza delle conseguenze, sia positive che negative, che potranno discendere dalle opzioni prescelte.

A questo proposito desta qualche perplessità il comportamento (assolutamente non generalizzabile) di alcune banche "non advanced" prevalentemente di livello locale. Nel caso in esame, infatti, è possibile notare una certa tendenza a sfruttare il malcontento degli imprenditori per Basilea 2 (amplificato dal fenomeno della "doppia velocità)" per porre in essere politiche commerciali decisamente aggressive volte ad "attirare" le imprese fuoriuscite dal circuito delle banche "advanced" o per scelta propria (ricerca di minori vincoli) o in quanto "espulse" in relazione alla loro eccessiva rischiosità.
Posto che l'attivazione di una strategia commerciale "demolitoria" o "negazionista" di Basilea 2, (non e' inconsueto sentire direttori di banche locali tranquillizzare la potenziale clientela sottolineando che la loro banca non aderisce a Basilea!!) possa anche essere in qualche misura accettata in quanto rientrante in una dialettica concorrenziale, tuttavia risulta evidente che sono da evitare tutti quegli eccessi che possano, anche involontariamente, ingenerare nell'imprenditore una certa confusione portando quest'ultimo a scelte superficiali o prospetticamente imprudenti. In effetti, questi atteggiamenti "border line", andando ad impattare sulla sfera emotiva del cliente (per questo si è parlato prima di "sindrome"), creano una percezione distorta della realtà e portano subito l'imprenditore a suddividere idealmente le banche in "positive" (che non applicano Basilea 2) e banche "negative" (che la applicano).

In seconda battuta l'imprenditore, effettuata la citata "separazione" tenderà a sviluppare, a livello mentale, una forma di "gratitudine" verso la banca "di accoglienza" che lo porterà ad utilizzare in maniera sostanzialmente acritica il regime "più soft", consentito dalla banca "non advanced" e ad abbassare la propria soglia di prudenza trascurando le conseguenze connesse all'eventuale peggioramento degli indicatori di rischio (sindrome della nassa, appunto). In questa fattispecie, verosimilmente, l'imprenditore medio piccolo tenderà a percepire il direttore di una banca "advanced" come incapace di valutare correttamente il reale valore della sua azienda ed il direttore della banca "non advanced" come l'espressione del vecchio e sano modo di fare banca imperniato più sui rapporti personali che su fattori oggettivi.

Se, quindi, si vuole che il nuovo modello di Basilea 3 nasca veramente sano e non viziato "ab inizio" dalla presenza al suo interno di virus non ancora conclamati, sarà opportuno non limitarsi solamente a considerare gli impatti sulla patrimonializzazione e sulla redditività delle banche, ma occorrerà altresì ridurre progressivamente la descritta problematica legata alla doppia velocità dell'attuale sistema. In abbinamento a questo intervento sarà comunque indispensabile attivare, al contempo, un importante flusso informativo che, originato dalle banche maggiori, sia in grado di far comprendere agli imprenditori gli aspetti positivi connessi all'utilizzo del modello ed i pericoli insiti nella sottovalutazione delle sue implicazioni. Solo in questa maniera, verosimilmente, Basilea 3 potrà diventare un modello condiviso e potrà evolversi, nei tempi previsti, in un sistema ben funzionante e compiuto e non in un "gigante dai piedi di argilla".


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