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Contanti e quel "tetto" che scotta: quante modifiche da Monti a Renzi. Che succederà col governo giallo-verde?

Intanto, dal 1 luglio stipendi solo con pagamenti tracciabili

Negli ultimi anni la disciplina normativa che regola la circolazione del contante è cambiata di frequente. Diversi interventi, infatti, sono stati introdotti con una doppia finalità: da un lato l’esigenza di aumentare la tracciabilità dei movimenti finanziari per contrastare il riciclaggio dei capitali di provenienza illecita e dall’altro l’obiettivo di contrastare l’evasione e l’elusione fiscale, attraverso la limitazione dei pagamenti effettuati in contanti, che si prestano a "coprire" le cosiddette operazioni effettuate "in nero".

VIA A TETTO USO CONTANTE? A riportare d'attualità il dibattito sul tetto all'uso del contante ci hanno pensato le recenti dichiarazioni di Matteo Salvini che
dal palco dell’assemblea annuale di Confesercenti a Roma aveva detto: "Io sono contro ogni tipo di coercizione, fosse per me non ci sarebbe alcun limite alla spesa di denaro contante, perché ognuno è libero di usare i soldi del suo conto corrente come vuole, dove vuole e pagando quello che vuole".

ARRIVA SUBITO LA RETTIFICA DI SALVINI E DI MAIO - Per questo, in tanti, avevano iniziato a chiedersi se fosse intenzione del nuovo governo abolire il limite all'uso dei contanti. Un'ipotesi, allo stato attuale, piuttosto improbabile visto che lo stesso ministro dell'interno Matteo Salvini era tornato sull'argomento precisando: "La questione dei contanti è una mia posizione personale, non è all'ordine del giorno e non è prevista dal contratto".
Non si è fatta attendere neanche la replica di Luigi Di Maio che intervenendo ai microfoni di Rtl 102,5 aveva spiegato: "Nel contratto questo punto non c'è, lavoriamo su altri fronti: per esempio quello che vivono tanti commercianti in Italia, nel pagamento elettronico, dobbiamo eliminargli i costi".

QUEL TETTO CHE SCOTTA - Comunque, in meno di dieci anni la soglia sull’utilizzo del contante è cambiata più volte. Oggi, dopo aver toccato il minimo con il governo Monti - 999 euro - il tetto per i pagamenti in denaro contante è fissata a 3mila euro. La novità è stata introdotta dal decreto legislativo 90/2017 per le norme antiriciclaggio e riguardano anche assegni e libretti, vincolate a specifiche restrizioni.
"È vietato trasferire denaro contante o titoli al portatore, ad esempio assegni senza indicazione del beneficiario, tra privati senza avvalersi dei soggetti autorizzati come le banche, per importi pari o superiori a 3mila euro".

DAL 1 LUGLIO STIPENDI SOLO CON PAGAMENTI TRACCIABILI - Intanto, importanti novità sul fronte stipendi. Dal primo luglio scatta l'obbligo di pagamento delle retribuzioni esclusivamente attraverso una banca o un ufficio postale. La norma approvata con l'ultima legge di bilancio ha lo scopo di tracciare i pagamenti di stipendi e di anticipazioni della retribuzione al fine di verificare che questa non sia inferiore ai minimi fissati dalla contrattazione collettiva.

MULTE SALATE PER CHI NON SI ADEGUA - Chi non si adegua alla novità rischia una multa da mille a 5mila euro. Mentre sul piano probatorio, la firma apposta sulla busta paga non costituisce prova dell'avvenuto pagamento.

IL VADEMECUM - Dai consulenti del lavoro arriva dunque un vademecum per orientarsi. Ricadono nell'obbligo tutte le tipologie di contratti di lavoro subordinato, le collaborazioni coordinate e continuative ed i rapporti di lavoro con i soci di cooperative. Sono esclusi, invece, i rapporti di lavoro domestico e quelli con la Pubblica Amministrazione.

CHE SUCCEDE ORA? - I datori di lavoro o i committenti dovranno corrispondere ai lavoratori la retribuzione esclusivamente attraverso una banca o un ufficio postale, con una delle seguenti modalità: bonifico sul conto identificato dal codice IBAN indicato dal lavoratore; strumenti di pagamento elettronico; pagamento in contanti presso lo sportello bancario o postale dove il datore di lavoro abbia aperto un conto corrente di tesoreria con mandato di pagamento; emissione di un assegno consegnato direttamente al lavoratore o, in caso di suo comprovato impedimento, ad un suo delegato.

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