Facebook Pixel
Milano 18-mar
33.940,96 0,00%
Nasdaq 18-mar
17.985,01 +0,99%
Dow Jones 18-mar
38.790,43 +0,20%
Londra 18-mar
7.722,55 -0,06%
Francoforte 18-mar
17.932,68 -0,02%

Una "casta che costa"

Una "casta che costa"... cara e che senza ritegno continua a tenersi stretti i propri privilegi, in barba alla mazzata dell'IMU.

Alla base di una società "cosiddetta" civile, dovrebbero esserci tre pilastri: scuola, sanità e giustizia. In Italia, invece, i tagli alla spesa più sostanziosi hanno colpito soprattutto la scuola e la sanità. La scuola non ha fondi a disposizione nemmeno per i servizi di base. La sanità, di concerto, rischia il collasso, con strutture e prestazioni ospedaliere non garantite dalle Regioni perché i fondi sono finiti altrove.

Il Ministero della Giustizia consiglia la verbalizzazione manuale per mancanza di fondi, appesantendo i processi-lumaca italiani, ben al di fuori dagli standard europei.

Nel frattempo ai cittadini vengono richiesti notevoli sacrifici. Il 17 dicembre si dovrà pagare la nuova imposta sulla casa, l'IMU, che inciderà nuovamente sui conti della famiglie italiane.

Ma che fine fanno tutti i soldi versati nelle casse dello Stato? Com'è possibile che a fronte di una pressione fiscale tra le più elevate al mondo non si registrino i miglioramenti sperati?

Gran parte di questo denaro finisce, ovviamente, nella costosa macchina statale.

Com'è possibile che solo dopo 5 anni (prima erano due e mezzo) un politico abbia diritto ad un vitalizio d'oro, mentre un comune impiegato deve lavorare perlomeno quarant'anni per averne diritto, forse, un giorno e sperare di poterci sopravvivere?

I privilegi sono tanti e non si fermano alle pensioni. I nostri politici hanno infatti la possibilità di viaggiare gratis su aerei, treni, e navi, su tutto il territorio nazionale. Esiste per questo un'agenzia, con tanto di impiegati, all'interno della Camera dei Deputati che si preoccupa premurosamente dei loro biglietti.

A disposizione dei deputati ci sono poi circa 3.600 euro per i "portaborse", eppure solo il 10% dei parlamentari firma con essi un regolare contratto di lavoro, nonostante il contributo venga erogato per tutti.

Altri Speciali
```