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Def, governo al lavoro: pronto ad approdare alle Camere il 4 ottobre

Il Consiglio dei Ministri, nella riunione del 15 settembre, ha fissato al prossimo 22 settembre la data per approvare la nota di aggiornamento al Def.
Secondo quanto si apprende da fonti governative, il documento con il nuovo quadro macroeconomico e di finanza pubblica dovrà poi essere presentato alle Camere entro il 27 settembre. L'esecutivo è orientato a portare il provvedimento in Aula il 4 ottobre, previo, appunto, accordo con i presidenti dei due rami del Parlamento.

Come preannunciato dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan il provvedimento conterrà "un ulteriore miglioramento in termini di discesa dell’indebitamento, un andamento ancora da valutare in termini di debito, una crescita migliore, con spazi di crescita che migliorano".

L'esame del Def rischia di essere più complesso, quest'anno, a causa di alcune frizioni. A Palazzo Madama l'esecutivo ha i numeri contati e per approvare il Def occorre un voto a maggioranza assoluta: 161 voti favorevoli. Grana non da poco per l'esecutivo guidato da Paolo Gentiloni, che, dunque, si muove su un terreno scivoloso dagli equilibri piuttosto fragili: il passo indietro del governo sullo ius soli, la cittadinanza facile, non è piaciuto a Bersani & Co, quelli di Mdp. Senza troppi giri di parole, Alfredo D'Attorre, ha annunciato che è tutt'altro che scontato che il "partito degli scissionisti Pd" garantirà il sostegno sul Def: "La maggioranza non è scontata. Abbiamo dato al governo e al Pd la nostra disponibilità a una conclusione ordinata e proficua della legislatura sui temi principali, ma i fatti ci dicono che ieri il Pd ha affossato lo ius soli al Senato e oggi rischia di affossare definitivamente la legge elettorale alla Camera. Se questi sono i frutti avvelenati del rinnovato fidanzamento tra Renzi e Alfano, nessuno può pensare che noi staremo lì a reggere il moccolo gratis et amore Deo".

LEGGE DI BILANCIO, PRIORITA' OCCUPAZIONE GIOVANILE - Come detto, appunto, tra le prossime scadenze ci sarà la legge di Bilancio con il Governo che ha deciso di puntare dritto sul tema dell’occupazione giovanile. Un vero e proprio piano per fronteggiare l'emergenza sociale del nostro Paese, come annunciato dal viceministro dell'Economia Enrico Morando che punta al taglio del costo del lavoro per i giovani.

La proposta che si fa strada è quella di un bonus contributivo del 50% della durata di due o tre anni per i giovani neoassunti a tempo indeterminato, cui si aggiungerebbe una componente strutturale alla riduzione dei contributi dal 33 al 29, equamente ripartita a favore di impresa e lavoratore.
Il viceministro, ha spiegato qualche giorno fa, in un’intervista al Corriere della Sera: "Considerata anche la decontribuzione iniziale al 50%, dopo quattro anni il costo complessivo sarebbe di oltre 4 miliardi. E salirebbe con l’ampliamento della platea dei lavoratori cui si applica la nuova aliquota. Ma aiuterebbe le imprese, porterebbe più soldi in tasca ai lavoratori, e ridurrebbe il cuneo fiscale in pochi anni a livello di quello tedesco".
Ancora da chiarire il nodo sull'età - L’età massima dei giovani neoassunti, infatti, potrebbe essere di 29 o di 32 anni, in base alle risorse disponibili per la misura.
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