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Flat tax, chi ci guadagna? Per molti la riforma del fisco è un regalo ai ricchi

Più crescono i redditi,maggiore è il vantaggio. E' veramente così? Lo abbiamo chiesto a Stefano Loconte, esperto di tematiche fiscali

Mentre va in scena il braccio di ferro tra Lega-M5S e Sergio Mattarella su quello che da molti è stato ribattezzato il "nodo Savona", si fa un gran parlare di quella che dovrebbe essere la prima grande novità del nuovo esecutivo gialloverde e cioè l'introduzione della flat tax, destinata a trovare spazio nella prossima legge di bilancio con entrata in vigore dal prossimo 1 gennaio. Correva l’anno 1994 quando Silvio Berlusconi tirava fuori dal cilindro il coniglio la flat tax.
Di cosa si tratta e soprattutto come funziona -La versione della flat tax a firma della Lega e del Movimento 5 Stelle da inserire nel contratto di governo prevede una doppia aliquota. La prima è al 15% per i redditi fino a 80.000 euro l'altra, sopra questa soglia, al 20%. In attesa delle quote definitive, l'impianto prevede che più crescono i redditi, maggiore è il vantaggio.

Un recendo studio realizzato da Lef, Associazione per la legalità e l’equità fiscale, ha dimostrato che potrebbero beneficiare degli sconti della flat tax circa 16,4 milioni di contribuenti che dichiarano redditi oltre 20mila euro con un risparmio che sale in base ai redditi più alti e fino ad arrivare ai 40mila euro per chi dichiara 200mila euro.

Per fare alcuni esempi pratici, chi ha un reddito di 30mila euro godrà di uno sconto fiscale di 1.662 euro l’anno grazie alla flat tax; chi ha un reddito di 40mila euro, potrà beneficiare, in media, di uno sconto di 3.457 euro l’anno, che salgono a 6.062 euro per chi ha un reddito di 75mila euro, e chi dichiara 100mila euro pagherebbe, in media, 17.436 euro in meno. Un risparmio non da poco che però non convince, visto che dalle simulazioni emerge come i vantaggi in termini di risparmi per la classe media sarebbero decisamente modesti soprattutto se paragonati ai risparmi di cui godrebbe, invece, la classe medio-alta.

Ne abbiamo parlato con l'avvocato Stefano Loconte, esperto di tematiche fiscali.

Avvocato, ci spiega cos'è la Flat tax e come funzionerebbe qui in Italia?

"E' molto semplice da spiegare, il concetto di flat tax cosiddetta "tassa piatta", è cioè eliminare la progressività dell'imposta, come attualmente avviene in Italia, ossia all'aumento del reddito aumenta l'imposta e sostituire questo con una unica aliquota, indipendentemente dal reddito che si percepisce. Questa è l'impostazione base del concetto base di flat tax. In Italia, dove in campagna elettorale, avevamo visto diverse proposte che si muovevano tutte nell'ottica di una flat tax pura, cioè con unica aliquota, ora invece parrebbe che si sta pensando ad una flat tax con doppia aliquota, quindi non dico impura ma ci si sgancia dal concetto originale di flat tax per come è stata creata con l'idea di introdurre soltanto due aliquote".

Non mancano le polemiche da parte di chi fa notare come il meccanismo, che di fatto annulla il concetto di "progressività", finisca per favorire chi non ne avrebbe bisogno, visto che più crescono i redditi maggiore è il vantaggio...E' veramente così?

"Il concetto di progressività non solo è importante, ma è proprio parte della nostra Costituzione che all'art. 53 chiarisce come l'imposta, appunto, è progressiva. Di sicuro abbiamo una agevolazione per tutti quei soggetti che sono titolari di redditi molto elevati perché oggi vanno a una aliquota che è il 43% più gli addizionali, domani potrebbero andare ad una aliquota che dovrebbe essere il 20%, quindi apparentemente assistiamo nell'immediato ad un importante ritorno per tutti i titolari di redditi in Italia. Le fasce medio alte avrebbero sicuramente un guadagno.
Diverso, invece, è il concetto che riguarda i titolari di redditi bassi, qualcuno ha detto che addirittura subirebbero un appensantimento, in realtà non è così perché tutti i sistemi di flat tax sono accompagnati da una serie di meccanismi di detrazioni e deduzioni che vanno ad impattare su quelli che sono i redditi medio bassi. Quindi, tradotto in numeri, al reddito meno basso che applicherebbe l'aliquota del 15%, comunque si andrebbero ad applicare delle deduzioni e detrazioni. A onor del vero, in quello che è l'impianto, si assiste anche a un importante taglio delle agevolazioni o delle deduzioni. Attualmente, in ogni dichiarazione dei redditi abbiamo una marea di detrazioni e deduzioni, dalle spese per l'istruzione, al coniuge a carico, ai figli a carico, alle spese funerarie, insomma in dichiarazione la pagina delle deduzioni/detrazioni in dichiarazione è una pagina e mezza, assistiamo a quello che è uno sfoltimento del mondo delle deduzioni/detrazioni e quindi a un meccanismo di semplificazione, quindi la dichiarazione diventa veramente molto semplice: reddito secco, aliquota secca, deduzioni, detrazioni molto limitate".

Guardando fuori da casa nostra, la flat tax è stata un successo in Russia e un flop in Slovacchia. Perché?

"Ciò che è successo è che la misura non ha funzionato nel caso della Slovacchia e ora cercheremo di capire perché e invece sta dando ottimi risultati in Russia.
Facciamo una precisazione fondamentale: l'introduzione di un meccanismo di questo genere crea o potrebbe creare nell'immediato una riduzione del gettito fiscale perché l'introduzione della flat tax si base fondamentalmente su un presupposto: abbassiamo l'aliquota e cosi facendo portiamo tutti a pagare, quindi la gente sarà meno incentivata ad evadere, la gente sarà meno incentivata ad eludere. Questo è ciò che si legge appunto anche nei vari programmi politici dei partiti che si preparano alle elezioni.

Qual è però il problema? Che se poi questo non avviene assistiamo a una perdita di gettito immediata perché se riduciamo semplicemente l'imposta ma non si allarga la platea dei soggetti che pagano, assistiamo immediatamente a un calo importante del gettito fiscale. E questo è ciò che è accaduto in Slovacchia (ma non solo anche altri stati hanno avuto questi problemi) che poi è dovuta correre ai ripari per mettere un tappo a questa situazione e recuperare il gettito, fondamentale per far funzionare lo stato, andando ad aumentare l'Iva perché l'aumento dell' Iva ti consente un extra gettito immediato che ti va a coprire il buco che si è creato dalla riduzione del gettito derivante dell'introduzione della Flat tax. Questo è ciò che è successo in Slovacchia e non solo. Invece in Russia non c'è stato questo problema: la misura ha funzionato, sta continuando a funzionare e si è perciò messo in moto quel meccanismo virtuoso a fondamento della struttura della flat tax. In senso generale, l'equilibrio sottostante all'introduzione della flat tax è un equilibrio sicuramente delicato, non facile da raggiungere che lega sia dinamiche di natura fiscale che di natura economica. Tengo poi a sottolineare un aspetto, la cosa importante è che venga attuata subito e non venga fatta una legge che entra in vigore l'anno dopo, due anni dopo. Mi spiego: facciamo un esempio concreto. Se io e lei sapessimo che l'anno prossimo le imposte scendono, cosa siamo portati a fare? A spostare in avanti eventuali redditi, anticipando i costi. Un meccanismo di flat tax impone un intervento immediato e non procrastinato perché, a quel punto, il danno può essere davvero rilevante. E' un aspetto finora poco messo in evidenza, invece è sostanziale e decisivo: lo stesso Laffer, l'economista americano che si è inventato la flat tax, la mette in molto bene in evidenza nel suo libro: "attenzione se voi dite ai contribuenti dall'anno prossimo sui redditi pagherete meno, è abbastanza evidente ed umano che tenderanno a spostare il più possibile la percezione dei redditi all'anno prossimo" e quindi il rischio che si generi un calo di reddito è ancora maggiore".












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