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L'acqua. Un bene per pochi. Gli altri si attacchino... alla bottiglia

I rischi della privatizzazione
Ma come mai le cose non vanno bene?
Come ben sappiamo dietro la gestione dell'acqua pubblica c'è la politica che assegna le poltrone ai politici locali, i quali a loro volta si dimostrano incapaci di assolvere ai loro compiti.

Quindi con la privatizzazione dell'acqua le cose andranno meglio?
Per avere una risposta adeguata alla domanda, basta sapere che la Francia sembra essersi già pentita di aver fatto questa scelta e che nell'area pontina, dove la rete è gestita da un privato, i consumatori hanno visto in poco tempo lievitare le tariffe senza adeguati miglioramenti del servizio. Da segnalare poi il caso emblematico di Arezzo, città toscana che ha affidato la gestione dell'acqua ai privati e che oggi risulta essere la città con le bollette più care del Paese.

Ebbene sì, il grande rischio della privatizzazione sono proprio i rincari, poiché non esiste un'adeguata concorrenza nel settore capace di tenere a bada i prezzi, perché le aziende private mirano a fare profitti e non solo a coprire i costi. Se poi l'acqua dovesse diventare più cara del petrolio, non potremmo certo decidere di smettere di consumarla visto che è indispensabile alla vita umana. Secondo l'Osservatorio della Federconsumatori sui servizi idrici, una famiglia di tre persone che consuma 200 metri cubi di acqua l'anno, ha speso in media 315 euro nel 2009 mentre per effetto della privatizzazione subirà un rincaro di 50 euro in media nel biennio 2010-2011. La mancanza di alternative potrebbe portare anche a un peggioramento della qualità, così in molti sono insorti scendendo nelle piazze e annunciando una campagna referendaria (che partirà da aprile) per la ripubblicizzazione del servizio idrico. Intanto l'acqua continua a scorrere e a disperdersi impropriamente e noi continuiamo a parlare di razionalizzazione del consumo personale, quando invece il problema più grande sta a monte. Se non ricordo male una recente pubblicità progresso ci mostrava su enormi cartelloni che avevano invaso le nostre città, rubinetti da cui fuoriuscivano diamanti al posto dell'acqua, proprio a rimarcare l'elevato valore di questo bene, ma a questo punto una domanda mi sorge spontanea... non è che con quella pubblicità volevano farci abituare a una situazione futura in cui il valore dell'oro blu equivaleva esattamente a quello della pietra preziosa?


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