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Addio sogni di Olimpiadi per Roma. Occasione sprecata o...?

Il "no" del Governo e quel "vizio" (non solo italiano) di far lievitare le spese
Allora perché Monti ha detto no? Il Premier teme un buco nell'acqua e un aggravio degli oneri a carico dei contribuenti italiani. A torto? Molti potrebbero sostenere che si tratta di punti di vista. L'attuale Governo, che si dice lungimirante, crede che questo non sia il momento di arrischiarsi in una operazione dagli indubbi aspetti positivi, ma anche negativi.

Non sono pochi gli economisti che sostengono che il punto di partenza della decadenza della Grecia siano state proprio le Olimpiadi del 2004. In quell'occasione il Paese, che poi continuò a voler restare al centro della scena sportiva organizzando successivamente anche altre manifestazioni, annunciò che i Giochi sarebbero dovuti costare 4,5 miliardi di euro ai contribuenti ellenici. Invece pesarono per oltre il doppio, facendo schizzare il rapporto tra deficit e PIL al 6,1%.

Anche la blindatissima Cina, a quanto pare, per voler fare le cose in grande ha "sforato" di molto il budget inizialmente previsto per Pechino 2008. Sembra che gli enti locali cinesi si siano indebitati con le banche tanto da essere costretti a pagare debiti e interessi da capogiro fino al 2018. E c'è già chi comincia a fare i conti in tasca al Brasile, che invece ospiterà l'edizione del 2016.
E' anche vero che quando una economia vanta PIL stratosferici, come nel caso di queste ultime due Nazioni, il default non è tra i rischi principali!

Molti si chiederanno il perché i costi di queste manifestazioni raddoppino, triplichino o addirittura decuplichino, e alla fine vadano inevitabilmente a pesare sui cittadini del Paese ospitante. Errori di valutazione? Imprevisti a gogò? Corruzione?
Forse, di tutto un po'.

Alzi la mano chi non ha ancora davanti agli occhi gli scandali e gli sperperi dei Mondiali di calcio di Italia '90. La costruzione dei nuovi stadi ebbe costi astronomici (e molti di quegli impianti ora sono quasi inagibili - vedi Cagliari); nell'ammodernamento di quelli esistenti spesso sono stati fatti interventi non necessari. Alla fine, le spese lievitarono dell'84%. Italia '90, tanto per tenere alto il nome del Paese, ebbe i suoi strascichi in tribunale e fece parlare male di sé per molto tempo. E come è andata a finire? Gli imputati furono quasi tutti assolti. Tanto per fare un esempio, è stato ribaltato in appello il verdetto sulle maxi spese per la realizzazione dei parcheggi della manifestazione calcistica di ventidue anni orsono. La difesa ha sostenuto una tesi molto semplice: l'aggravio dei costi fu causato dalle caratteristiche del terreno. Un carotaggio sbagliato, terra più dura (500 chilogrammi per metro quadro e non a 40 chilogrammi per metro quadro - un margine di errore millimetrico!) et voilà, dalle 4.600 lire per ogni metro cubo di scavi si passò a 45.000 lire.

E che dire dei mondiali di nuoto del 2009 di Roma, anch'essi assurti agli onori della cronaca per corruzione negli appalti, costi lievitati e clamorosi ritardi nella realizzazione delle opere? Solo una cifra basterebbe a far accapponare la pelle e a stringere la mano a Monti per il suo "no" a Roma 2020: quella per costruire l'impianto Calatrava a Tor Vergata. Il costo della cattedrale del celeberrimo architetto portoghese è lievitato in cinque anni da 65 a 608 milioni di euro. E qui non può trattarsi di un lieve errore di stima! Almeno fosse finito... nemmeno quello. Il suo scheletro troneggia tristemente alle porte di Roma, e chissà quando e se verrà mai finito. Per non parlare, poi, di tutti gli altri scandali che hanno preceduto e seguito la manifestazione di tre anni fa. A parte i costi gonfiati a dismisura, si parla di impianti finanziati e mai aperti e di sospette (nemmeno poi tanto) speculazioni edilizie e concessioni fuori norma.

Malcostume tutto italiano? Non si può dire. Molti Paesi adottano il motto che "i panni sporchi si lavano in famiglia", e quindi sprechi e scandali non emergono. Però può confortare sapere che anche la compostissima Gran Bretagna ha qualche cadavere nell'armadio. Da una inchiesta pubblicata ultimamente è emerso che il costo dei Giochi Olimpici di Londra 2012 è lievitato di dieci volte rispetto a quanto stimato nel 2005. Da 2,37 a 12 miliardi di sterline, che potrebbero arrivare fino a quota 24 miliardi visto che molte richieste degli 'indagatori' non hanno ricevuto informazioni! La cosa più raccapricciante è che, a quanto pare, circa 2,4 miliardi di sterline ricadranno sulle spalle dei contribuenti, che sono imbufaliti anche per la destinazione dei soldi di questa manifestazione: vedi, per esempio, le 335 mila sterline versate a uno scultore per istallare delle 'Pietre giurassiche' nel Dorset. I britannici, persone molto informate, sono perfettamente consapevoli del delicato momento che il loro Paese sta attraversando (e non è il solo), e quindi non vedono di buon occhio certe spese.

Non sempre, si badi bene, organizzare una Olimpiade è possibile fonte di disgrazie. Los Angeles 1984, per esempio, ha chiuso ampiamente in attivo. Ma solo perché riuscì a coinvolgere i privati.

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