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La "speculazione sistemica" e le armi non convenzionali

La speculazione "sistemica"
In un momento in cui l'esasperazione degli abitanti di un buon numero di continenti verso gli attori primari dell'attuale duplice crisi - in prima battuta hedge fund, grandi banche di investimento e società di rating - ha raggiunto punte mai registrate prima, tentare una difesa strenua ed incondizionata del "dio mercato" e delle sue "sacre ed inviolabili leggi" non è impresa da poco e quindi, come tutte le gesta eroiche, deve essere comunque rispettata ancorché non condivisa. In particolare una difesa "ad ampio spettro" dei mercati è rintracciabile in alcuni articoli apparsi sul Sole 24 ore in concomitanza con il momento più delicato della crisi ellenica. In questi articoli i difensori delle posizioni più "market oriented" si meravigliano di come non sia chiaro a tutti che il mercato non persegua scopi politici od economici, ma si limiti ad incrociare domanda ed offerta determinando un prezzo di equilibrio e che ogni tentativo di imbrigliare questa autoregolamentazione, non solo non funzioni, ma sia dannoso per il sistema nel suo complesso.

Conseguentemente nessuna censura può essere mossa nè alle strategie speculative attivate dagli hedge fund per garantire extra profitti ai propri investitori, nè alle banche di investimento considerate colpevoli di aver deliberatamente destabilizzato i mercati europei attraverso un uso senza scrupoli di prodotti derivati (compresi gli ormai celebri credit default swap) al solo fine di generare una redditività spropositata. La speculazione, dunque, secondo questa impostazione, non costituisce una distorsione, ma è parte integrante del funzionamento del mercato in quanto, lungi dal creare le problematiche, evidenzia le contraddizioni e ne favorisce la soluzione.

Forse è utile, a questo punto fare alcune riflessioni sull'argomento anche agevolati dal fatto che, essendo trascorso un po' di tempo, è possibile ora ragionare più "a freddo" senza essere condizionati dalla rabbia e dal senso di impotenza che abbiamo provato a fronte di quelli che sono apparsi come autentici raid speculativi a danno dell'intera Area dell'Euro.

Innanzitutto è utile evidenziare che queste teorie a totale difesa della autodeterminazione dei mercati, ricordano molto da vicino quelle teorie di stampo neo-liberista che fornirono un magnifico alibi dottrinario a politici e banche di investimento americane impegnate, tra il 2000 ed il 2008, nella "preparazione a tavolino" della prima grande crisi da avidità. Si ricorderà, infatti, che, proprio facendosi scudo di queste teorie le banche di investimento USA riuscirono ad ottenere tutta una serie di agevolazioni quali, tra le altre, la deregolamentazione dei derivati, la limitazione dei poteri ispettivi della FED sulle banche di investimento, la possibilità per le "big five" di autodeterminare l'entità delle proprie riserve di capitale, tutti fattori che concorsero, in seguito, alla deflagrazione della crisi del 2008.

Seconda considerazione: probabilmente, tenendo conto di tutti gli accadimenti dell'ultimo biennio, la situazione economico finanziaria mondiale ci impone ormai di tracciare una netta demarcazione tra "speculazione tradizionale" e quella che potremmo definire "speculazione sistemica". Infatti, mentre i mercati regolamentati (siano essi azionari, monetari o immobiliari) traggono beneficio dalla presenza di una "sana" attività speculativa che sfrutti la triangolazione domanda/offerta/prezzo, i sistemi finanziari moderni - ormai strettamente interconnessi e dipendenti tra loro - non sembrano più in grado di recuperare un equilibrio nel momento in cui vengono sottoposti al pressing della "speculazione sistemica".

Per meglio evidenziare le caratteristiche peculiari di quest'ultima, chiariamo preliminarmente che per "speculazione sistemica" intendiamo l'insieme di attività economico-finanziarie poste in essere in maniera premeditata e coordinata da uno o più soggetti i quali, sfruttando la propria capacità di muovere enormi risorse finanziarie ed il proprio potere politico-lobbistico, creano artatamente nei mercati fattori di debolezza sfruttabili, spesso in spregio ad ogni regola, al fine di ottenere un ingiusto profitto.

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