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Referendum Trivelle: una questione di coscienza

Manca meno di un mese e di certo non sono poche le polemiche e gli scontri tra favorevoli e contrari. Tutto quello che c'è da sapere sul referendum "No Triv".

­­Il 17 aprile i cittadini italiani sono chiamati a votare il referendum abrogativo sulle trivellazioni in mare per la ricerca ed estrazione di gas e petrolio.

Manca oramai poco meno di un mese e di certo non sono poche le polemiche e gli scontri tra favorevoli e contrari.

In questa data, 17 aprile, per la prima volta gli italiani saranno chiamati a votare su iniziativa politica di nove regioni, Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise. Inizialmente le regioni erano dieci, tra le proponenti sopra menzionate, compariva anche l'Abruzzo che successivamente si è ritirato.

I promotori avevano presentato in Corte di Cassazione sei quesiti ma ne è stato ammesso solo uno e questo perché gli altri sono stati superati dalla legge di Stabilità di fine 2015.

Gli italiani quindi, sono chiamati a pronunciarsi per cancellare l'articolo del codice dell'ambiente che consente le trivellazioni fino a quando il giacimento sarà in vita.

Il referendum prende in considerazione solo le operazioni già in atto, in quanto sussiste già un divieto di avviare nuove attività di ricerca per gas e petrolio, entro le 12 miglia marine dalla costa. Restano quindi escluse quelle operazioni sulla terra ferma oppure in mare ma ad una distanza maggiore di 12 miglia.
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