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La sofferenza delle piccole - medie imprese

Più in particolare questi distretti, sorti principalmente in settori dove non sono necessarie grandi economie di scala quali la produzione di beni per la casa (mobili, ceramiche) e per la persona (occhiali, gioielli etc.), hanno determinato:
  • un incremento delle capacità e delle competenze accumulate nel tempo all'interno del distretto;
  • una diffusione delle competenze e delle informazioni tra le aziende del comprensorio;
  • una elevata mobilità della forza lavoro entro il distretto con conseguente maggior flessibilità ai flussi congiunturali;
  • una collaborazione tra aziende vicine, pur nell'ambito di una sana concorrenza, dettata anche dalla presenza di strette relazioni, non solo professionali, ma anche di natura familiare.
Tuttavia l'attuale crisi, caratterizzata da una profondità senza precedenti (stiamo entrando nel 6° anno consecutivo), nonché da una rara ampiezza avendo contemporaneamente investito gli Stati, i sistemi bancari ed il sistema imprese, non solo ha minato il funzionamento dei modelli descritti, ma ha messo seriamente in discussione la sopravvivenza stessa del sistema delle PMI italiane.

Al fine di avere una idea delle dimensioni dell'attuale congiuntura negativa, è utile ricordare che le previsioni di tutti gli Organismi per il 2012 sono in costante peggioramento con Confindustria e Banca d'Italia che ipotizzano una decrescita compresa tra l'1,9 % ed il 2,4% . Probabilmente nel 2013 l'Italia sarà, tra i Paesi europei non in crisi conclamata, uno dei pochi che evidenzierà un PIL negativo. La conseguenza di tutto ciò è costituita da una disoccupazione ai limiti del 10%, da una disoccupazione giovanile al 25%, nonché da un PIL pro capite (indicatore di benessere) in decremento del 10% rispetto al periodo ante crisi.

Dunque, come si accennava, il comparto che maggiormente ha risentito dell'attuale congiuntura è proprio quello delle piccole medie imprese per tutta una serie di motivazioni sia di natura prettamente economica che finanziaria.
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