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Il risparmio è nel DNA degli italiani

Il risparmio è nel DNA degli italiani.

Il risparmio come volano per la ripresa

Gli italiani proprio a fronte di questa crisi hanno cambiato modo di guardare al risparmio. Rispetto al 2009 – anno in cui la crisi si è pienamente conclamata – si sono più che dimezzati coloro che associano il risparmio all’economia finanziaria mentre quelli che lo associano all’economia reale sono cresciuti dal 60% all’82%. La maggioranza ritiene, dunque, che il risparmio debba fungere da volano per la ripresa, e che debba essere utilizzato per dare la possibilità alle imprese di assumere e di investire in ricerca e innovazione. Negli anni, infatti, è cresciuta fortemente la richiesta che il proprio risparmio sia impiegato nello sviluppo del Paese, facendo registrare un calo d’interesse per l’Europa e un crollo per i paesi più svantaggiati.

Gli italiani pensano che questo sia il momento giusto per investire negli strumenti ritenuti più sicuri, come il risparmio postale, le obbligazioni e i titoli di Stato. In particolare la quota di coloro che ha dichiarato di aver sottoscritto assicurazioni sulla vita\fondi pensione è rimasta costante rispetto al 2012, così come quella dei possessori di certificati di deposito e obbligazioni. Salgono lievemente i possessori di fondi comuni di investimento e quelli che detengono libretti di risparmio. In calo invece i possessori di azioni e dei titoli di Stato, dopo il ridimensionamento dei rendimenti.

Negli ultimi mesi, però, il mercato dei titoli di Stato sta rifiorendo. Come esempio eccellente riportiamo il BTP Italia a quattro anni, che ha registrato un collocamento record, pari a 22 miliardi di euro in soli due giorni, anzi un giorno e mezzo per essere più precisi. E' stato battuto così il record del precedente collocamento che era di 18 miliardi di euro. Non è la prima volta che il BTP Italia riscuote un così grande successo. Anche nelle due precedenti emissioni (la terza e la quarta) si è assistito a una valanga di richieste.

I pochi fortunati che riescono a risparmiare però hanno paura di investire. Gli italiani, infatti, continuano a preferire la liquidità, mettendo i soldi sotto il materasso e tradendo persino il tanto amato "mattone", da molti considerato investimento ideale. La percentuale degli affezionati al mercato immobiliare è scesa vertiginosamente negli ultimi anni arrivando al 29% dal 70% del 2006, forse anche per colpa della tanto odiata IMU.
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