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L'attacco speculativo ed il virus del "4° gruppo"

Fenomeni di "coincidenze significative"
Ad un certo punto, però, ci accorgiamo che qualcosa non torna, nella confusione generale ci rendiamo conto che il virus si propaga sicuramente per sua natura, ma sembra quasi che la sua capacità di contagio sia pilotata, selettiva, anzi, in qualche momento, abbiamo l'impressione che qualcosa o qualcuno lo rinvigorisca, gli conferisca nuova linfa vitale. Addirittura, come calati in una scena surreale, ci sembra di vedere lentamente materializzarsi in lontananza alcune figure dai contorni ancora vaghi e sfocati. Di colpo, però, i tratti si delineano e, con un senso di malessere indefinito, intuiamo sullo sfondo la presenza dei grandi hedge found e delle primarie banche di investimento americane e, un po' in disparte, quella delle tre sorelle del rating: improvvisamente rincontriamo così i principali artefici della prima grande crisi di avidità, quelli che, tanto per capirci, hanno tentato di rispedirci tutti quanti all'epoca del baratto e dello scambio degli utensili in ferro.

Mentre cerchiamo di capire, di colpo, senza volere, ci torna in mente un articolo del Financial Time che narrava di una strana riunione notturna a New York nella quale, appunto, noti hedge found ed importanti banche di investimento, appena salvate dal default grazie al denaro dei contribuenti, avrebbero tracciato le linee guida di una nuova ondata speculativa avente come principale bersaglio, questa volta, gli Stati più deboli dell'Unione Europea. Ed allora tutto ci sembra improvvisamente più chiaro e tanti accadimenti, notizie, strane "combinazioni" e, soprattutto, alcune tempistiche iniziano a formare nella nostra mente un mosaico coerente, tristemente logico. Innanzitutto ci rendiamo conto che, forse, il "timing" prescelto dal virus del "4° gruppo" per aggredire la Grecia non sia stato così casuale, ma che l'avvio del contagio sia stato attentamente programmato per colpire questa nazione in una fase particolarmente delicata ed instabile.
L'attacco, infatti, è partito, da una parte, in coincidenza dell'avvicinarsi delle prime importanti scadenze dei titoli pubblici greci che, se non onorate, avrebbero di fatto portato ad uno stato di default e, dall'altra, all'avvicinarsi delle elezioni in Germania che costringevano la Merkel ad invocare la linea dura per i Paesi in dissesto, rallentando così l'individuazione di una soluzione tempestiva ed efficace alla crisi.

Ma, proprio mentre stavamo per archiviare queste considerazioni come semplici congetture, scopriamo che, in effetti, esistevano dei soggetti che da tempo, in perfetto silenzio, stavano seguendo l'evoluzione della situazione greca con molta, molta attenzione. E questi soggetti, guarda caso, sono ancora le grandi banche di investimento americane con in prima fila la Goldman Sachs che, già nel 2001, in veste di consigliere più o meno occulto del precedente Governo, aveva assistito la Grecia nel tentativo di "mascherare" il reale indebitamento pubblico attraverso operazioni di finanza creativa (allora consentite) e l'utilizzo di derivati "mitologici" (Arianna ed Eolo). Analoga proposta di "assistenza" era stata nuovamente offerta dalla stessa banca alla Grecia, questa volta senza successo, anche nel corso del 2009!

Ora, risulta assai probabile che queste banche USA, ed in particolare Goldman, avendo dunque seguito la Grecia da un decennio in qualità di veri "padri confessori", conoscessero dettagli finanziari agli altri sconosciuti e fossero, chi più chi meno, tenute costantemente informate sulla reale situazione dei conti pubblici e sull'evoluzione della situazione finanziaria del Paese. E questo grazie, non solo ai politici, ma soprattutto agli strettissimi legami instaurati nel tempo con la pubblica amministrazione ellenica, notoriamente non attentissima alle questioni morali e quindi, verosimilmente, assai collaborativa nel fornire alle banche di investimento tutte quelle informazioni utili per programmare il virus con ampio anticipo ed estrema precisione.
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