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La scuola fa acqua... anche dagli edifici

Le gravi carenze della scuola italiana non si fermano alla didattica. E le risorse? Non ci sono.

Quante risorse?

Il rapporto mette in luce che fra il 2009 ed il 2012 sono aumentati gli edifici che hanno beneficiato di interventi di manutenzione straordinaria (56,4% da 48,95%), ma scendono gli investimenti: negli ultimi 2 anni il totale degli investimenti segna infatti una contrazione di quasi 40 milioni di euro dai 208 milioni del 2009 ai 168 milioni del 2012. Parallelamente la spesa per la manutenzione ordinaria è calata di circa cinque milioni a 47 milioni di euro dai 52 mln del 2009.

Allargando il campo di riferimento al 2008 si nota che gli investimenti presentano regione per regione scostamenti anche significativi fra i vari anni, sia in positivo (Liguria, Lombardia, Molise, Sicilia), sia in negativo (Basilicata, Campania, Marche, Sardegna). Per il Lazio, la spesa è passata dai 53 mila euro del 2008 a 34 mila nel 2009, per crollare nei due anni successivi a circa 13 mila euro. Anche in Campania la spesa è colata a picco dai 19 mila euro del 2008 ai circa 4 mila del 2012, nonostante il censimento abbia evidenziato un'esigenza di manutenzione straordinaria più elevata della media nazionale.

Anche gli investimenti per la manutenzione ordinaria presentano scostamenti significativi sia in positivo (Lombardia e Sardegna) che in negativo (Basilicata, Campania, Molise, Trentino Alto Adige) di anno in anno. Riprendendo il caso del Lazio, la spesa passa da 23 mila euro del 2008 a 5 mila euro del 2012, benché la necessità d spese di manutenzione ordinaria sia cresciuta nel tempo passando dal 23% del 2009 al 28% del 2012.

Recentemente, la Giunta del Comune di Roma ha approvato una memoria che storna 1,8 milioni di euro dal progetto per l'Ara Pacis, da dedicare alla manutenzione di tre scuole di periferia (asilo nido "Sagittario", scuola elementare "Verdi" di Casalotti e scuola "Salvo D'Acquisto" in via Selinunte). Si tratta però di casi limite ed isolati, mentre le altre scuole romane piangono l'assenza di fondi per la manutenzione e continuano a chiedere risorse ottenendo una sola risposta: i fondi non ci sono. A novembre c'è stata una giornata di mobilitazione nazionale per la sicurezza nelle scuole e a marzo una nuova protesta di tutti gli Istituti del V Municipio di Roma, senza a tutt'oggi ottenere una risposta esauriente e conclusiva.

Una dinamica che, purtroppo, ha scontato l'effetto delle misure di austerity e del Patto di stabilità interno, che hanno tagliato risorse vitali per le autonomie locali, dalla sanità all'istruzione, impoverendo proprio quel terreno fertile che dovrebbe garantire lo sviluppo del Paese. Una responsabilità che non è da imputare solo alle amministrazioni centrali, ma talvolta anche alle autonomie locali, spesso miopi e sorde alle reali esigenze della comunità. Una comunità che per lavorare, produrre, progredire ha bisogno di elevarsi, sotto il profilo fisico ed intellettuale, in cui le donne che lavorano hanno sempre più esigenza di strutture sicure ed adeguate cui affidare i propri figli, in cui gli studenti necessitano di stimoli per garantire l'internazionalizzazione e la competitività delle conoscenze acquisite.

Non solo c'è bisogno di scuole dotate di PC, WiFi, aule multimediali, ma anche di strutture ed edifici in cui non siano assenti palestre o giardini ed in cui non siano inagibili tre bagni su cinque!

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