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La banca fallisce? Paga il correntista

Dal prossimo anno azionisti e correntisti potrebbero essere coinvolti nel salvataggio delle banche in difficoltà. Quali sono i rischi reali dei risparmiatori?

Pro e contro

Il quadro normativo previsto dalla Direttiva UE n. 2014/59 se da una parte spaventa perché legalizza il prelievo forzoso bancario dall'altra ha il fine di tutelare i mercati e soprattutto i contribuenti che in questi ultimi anni sono stati chiamati troppo spesso in causa per ripianare i debiti delle banche in crisi, ricordiamo il caso del Monte dei Paschi di Siena, il più delle volte conseguenza di una gestione sbagliata, talvolta spregiudicata.

L'obiettivo dei risparmiatori dovrà essere, ora più che mai, quello di investire in una banca solida per evitare il rischio di compartecipazione, anche se sembra chiaro che sarà cura della banca tutelarsi con una patrimonializzazione più marcata e maggiori fondi visto che i rischi e le scelte della stessa ricadranno in primo luogo sui propri azionisti.

C'è anche il rischio però che i risparmiatori che abbiano il desiderio di investire parte del proprio capitale in prodotti finanziari con rivalutazione nel medio/lungo termine, pondereranno meglio questa scelta preferendo altre soluzioni per mettersi al riparo da eventuali e non improbabili fallimenti bancari.

C'è un altro timore, infine, ed è quello che il limite dei depositi oltre il quale intervenire, oggi fissato a 100.000 euro, possa diminuire, visto l'esempio della Germania che lo ha fissato a 30.000 euro.

Il decreto, in ogni caso, dopo essere stato approvato dal Consiglio dei Ministri ora è tornato alle Camere e probabilmente sarà modificato, come auspicato in questi giorni anche dal Presidente Consob Giuseppe Vegas che ritiene questa norma "in contrasto con la direttiva comunitaria sugli abusi di mercato che impone la diffusione al pubblico, senza indugio, di qualsiasi informazione price sensitive".

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