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Oltre la crisi. Sarà tutto come prima...

Le catene retail: risparmiamo su tutto?
Supermercato "Soldi soldi soldi tanti soldi... Beati siano soldi... I beneamati soldi perché... Chi ha tanti soldi vive come un pascià... E a piedi caldi se ne sta".
Così riecheggiava un motivetto degli anni sessanta, splendidamente interpretato da Sophia Loren in Brancaccio 70. Ma di soldi oggi ce ne sono ben pochi e ogni giorno bisogna fare i "conti del salumiere" per far quadrare i bilanci familiari. Ma viene da chiedersi "cosa hanno fatto le aziende per superare questa profonda crisi?"
La risposta del settore retail dell'abbigliamento non sembrerebbe esser stata sinora all'altezza delle aspettative.

"SALDI" resta la parola d'ordine dei dettaglianti in questo settore, che ha spesso una incidenza enorme sulle spese dei consumatori. Magari sconti più incisivi rispetto al passato ma sempre, e solo, limitati nel tempo. Eppure, ci sarà qualche strumento in più per superare questa profonda recessione. L'andamento pessimo delle vendite natalizie ha spinto qualche dettagliante ad anticipare "mitica" stagione dei saldi, offrendo sconti e promozioni già nel periodo festivo e pre-festivo. Ma queste misure non si sono rivelate un toccasana per le vendite, risultate decisamente deludenti, anche se un lieve, modesto, recupero si è visto poi con l'avvio vero della stagione dei saldi dai primi giorni di gennaio.
Forse è il caso di aguzzare l'ingegno e pensare a qualche strumento innovativo per stimolare il commercio e soddisfare i bisogni dei consumatori, oggi più che mai attenti alle finanze familiari. Una risposta che si impone con urgenza e che consiglia, forse, di superare gli schemi classici di marketing.

Viva la rottamazione e non solo per le auto e gli elettrodomestici. Questa potrebbe essere una soluzione e non è poi un'idea tanto innovativa, dato che se ne parlava già nel lontano 1998. All'epoca, era una delle proposte di Moda Industria e Federtessile per superare la crisi del settore, divulgata da Gaetano Marzotto, allora presidente di turno dell'International Apparel Federation (IAF), l'associazione mondiale degli industriali dell'abbigliamento. L'idea era molto semplice: dare all'abito usato un valore, che avrebbe potuto poi essere scontato sul prezzo quando si acquista un nuovo capo o magari sotto forma di sconto sui nuovi acquisti. Qualcuno oggi torna a pensarci.

Udite udite neo-mamme e donne in dolce attesa! La "Sugar Club", catena in franchising che fa riferimento ad un'azienda di Mestre specializzata in abbigliamento infantile, con molti punti vendita in Italia e qualcuno all'estero, ha lanciato proprio questa iniziativa lo scorso autunno. La proposta era quella di offrire degli sconti a coloro che avessero portato indietro abitini per bambini usati, i quali venivano ritirati ed offerti alla Caritas.
Quale modo migliore per fare anche della beneficienza salvando le proprie tasche? La risonanza di questa iniziativa si è sentita sui siti specializzati per i neo-genitori e sui blog presi d'assalto dalle mamme e, magari, potrebbe servire come spunto per qualche altro esercizio del settore e/o per un allungamento dei tempi della promozione.

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