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Il punto sulle commodities 12 settembre 2017 - [video]

Il mercato delle materie prime analizzato dall'Ufficio Studi di Teleborsa

La settimana si chiude poco mossa per il petrolio, che ha chiuso venerdì a 47,48 dollari al barile, con un moderato incremento dello 0,40% su base settimanale. A penalizzare il greggio per tutta la settimana hanno concorso le ansie di una riduzione della domanda delle raffinerie a causa dell'arrivo degli uragani, ma nell'ultima seduta il greggio è rimbalzato con l'approssimarsi dell'uragano Irma in Florida.

Il gas naturale ha chiuso invece in pesante calo, evidenziando un fortissimo decremento del 5,86% a 2,89 dollari, sempre a causa dell'uragano Irma, che prospetta un ulteriore rallentamento della domanda, che sta più che controbilanciando gli effetti dei potenziali danni alle infrastrutture di produzione.

Quotazioni in calo per il grano, che ha chiuso in ribasso dell'1,6% a 413,75 cent per bushel. Il frumento, che questa estate si era avvantaggiato della siccità che aveva colpito i maggiori produttori mondiali, risente ora dei dati che confermano l'esistenza di scorte record.

L'oro si è mosso fra alti e bassi la scorsa settimana ed ha chiuso venerdì a 1.347,3 dollari l'oncia, con un rialzo dell'1,56%. Il metallo prezioso ha toccato un nuovo massimo grazie alla debolezza del biglietto verde ed alla forza dell'euro che ha sfondato la soglia di 1,20 USD, dopo che la BCE ha confermato il possibile avvio del “tapering” a ottobre.

Il prezzo del rame è scivolato del 2,47% a 3,02 dollari la libbra, dopo aver toccato di recente nuovi massimi sui segnali di ripresa dell'economia mondiale. Gli ultimi dati sull'industria hanno confermato la ripresa dell'attività manifatturiera sia in Cina che in Europa in scia agli USA.
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