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Il punto sulle commodities 21 novembre 2016

Il mercato delle materie prime analizzato dall'Ufficio Studi di Teleborsa

Il petrolio ha chiuso la settimana in rialzo del 5,25% a 45,69 dollari, a dispetto del continuo apprezzamento del dollaro e dell’ennesimo aumento dei pozzi attivi censiti in USA. A sostenere il greggio ha contribuito l’esito positivo del vertice informale dell’OPEC a Doha, che ha raggiunto un accordo di massima sulla riduzione coordinata dell’output in vista del vertice ufficiale di fine mese.

L’ottava è risultata largamente positiva anche per il gas naturale, che ha guadagnato l’8,55% a 2,843 dollari, in vista del possibile aumento dei consumi per il riscaldamento. Le previsioni meteo indicano infatti un abbassamento delle temperature nelle prossime settimane. Neutrali i dati sugli stoccaggi, cresciuti di 30 BCF, in linea con le attese.

Il grano ha chiuso l’ottava in rialzo dell’1,24% a 408 cent per bushel, dopo che un istituto di consulenza del settore, Informa Economics, ha rivisto al ribasso le stime sul raccolto statunitense. Questo ha innescato ampie ricoperture in un mercato che da tempo soffre di un abbondante surplus.

Settimana all’insegna di realizzi per l’oro, che ha ceduto l’1,27% a 1.208,7 dollari l’oncia, a causa del fortissimo apprezzamento del biglietto verde. Il dollaro si è portato ai massimi da 14 mesi, sulla scommessa di un rialzo dei tassi USA a dicembre, alimentata dall’intervento della Presidente della Fed, Janet Yellen, al Congresso. Una strategia che fa perno sulla nuova politica economica che verrà attuata dall’Amministrazione Trump.

Il rame ha interrotto una serie positiva di tre settimane, perdendo l’1,65% a 2,47 dollari la libbra, a causa di realizzi, soprattutto da parte dei grandi investitori cinesi. A penalizzare il metallo rosso ha contribuito anche la forza del dollaro, che rende il metallo meno competitivo sulle borse internazionali.
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