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Il punto sulle commodities 18 luglio 2017 - [video]

Il mercato delle materie prime analizzato dall'Ufficio Studi di Teleborsa

Settimana di riscatto per il petrolio, che è rimbalzato con forza, risalendo dai minimi toccati di recente. Il crude ha chiuso venerdì a 46,54 dollari al barile, con un incremento di oltre il 5% su base settimanale. Un sostegno è arrivato dal report dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, che ha preventivato un aumento della domanda nella seconda metà del 2017, soprattutto da parte della Cina, ed un progressivo assottigliamento dell’eccesso di offerta e di scorte. Questo ha compensato anche l’ennesimo aumento dei pozzi attivi monitorati da Baker Hughes.

Anche il gas naturale ha seguito il trend positivo del comparto energy, chiudendo la settimana in rialzo del 4% circa a 2,98 dollari per milione di BTU. Il prodotto energetico ha beneficiato sia dell’aumento delle temperature in Nord America, che fa impennare i consumi per il condizionamento, sia dei consueti dati settimanali sugli stoccaggi, che sono saliti meno delle attese di 57 BCF.

Ottava pesante per il grano, che ha chiuso in ribasso del 3,98% a 494,75 cent per bushel, ai minimi delle ultime due settimane. Il frumento, che per lungo tempo ha scommesso sulla siccità, viene ora penalizzato dalle previsioni meteo, che anticipano l’arrivo di piogge nelle regioni agricole del Nord America.

L’oro è risalito questa settimana ed ha chiuso venerdì a 1.227,5 dollari l’oncia, con un guadagno dell’1,47%. Il metallo prezioso è stato favorito dalla debolezza del dollaro, in scia alle indicazioni giunte dalla numero uno della Fed, Janet Yellen, in una testimonianza al Congresso. La banchiera USA ha infatti mostrato un atteggiamento più prudente verso futuri rialzi dei tassi USA, a causa della crescita modesta dei salari e dell’inflazione, rivitalizzando il prezioso che si avvantaggia sempre di uno scenario di tassi bassi.

Il prezzo del rame è risalito la scorsa ottava, riportando un incremento dell’1,74% a 2,68 dollari la libbra. Un sostegno alle quotazioni è arrivato dalla debolezza del biglietto verde, che ha innescato acquisti da parte di arbitraggisti, ma anche dai segnali di forza dell’economia cinese.
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