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Il punto sulle commodities 26 settembre 2017 - [video]

Il mercato delle materie prime analizzato dall'Ufficio Studi di Teleborsa

Settimana positiva per il petrolio, che è rimbalzato oltre i 50 dollari al barile, registrando un rialzo dell’1,32% su base settimanale a 50,55 dollari al barile. Il greggio ha beneficiato delle indicazioni giunte dal vertice OPEC a Vienna, che ha confermato l’efficacia dei tagli nel ribilanciare il mercato degli idrocarburi ed ha deciso di attendere prima di approvare una estensione dell’accordo. Frattanto, i pozzi attivi in USA monitorati settimanalmente da Baker Hughes hanno continuato a scendere.

Il gas naturale ha chiuso invece in ribasso del 2,58% a 2,946 dollari, a causa di realizzi, dopo aver raggiunto il top degli ultimi 4 mesi. Le quotazioni hanno risentito degli effetti della fine della domanda stagionale estiva e del report dell’EIA sugli stoccaggi, che sono saliti molto più delle attese di 73 BCF.

Il grano ha proseguito un trend di crescita, con un discreto guadagno dello 0,78% a 452,50 cent per bushel. A sostenere il prezzo del frumento concorrono ancora alcune ricoperture, dopo i minimi toccati a fine agosto, mentre si attendono indicazioni più aggiornate sui raccolti di alcuni paesi produttori, come la Russia.

Settimana nera per l’oro, che è scivolato del 2,32% a 1.290,6 dollari l’oncia, risentendo del forte apprezzamento del dollaro, dopo la conferma di una politica più austera della Fed. Nonostante il FOMC abbia lasciato invariati i tassi d’interesse, la banca centrale USA ha annunciato un piano di graduale riduzione del suo extra bilancio, mediante il mancato rinnovo a scadenza dei titoli acquistati in passato con il Quantitative Easing.

Il rame ha chiuso una settimana fiacca, con una limatura dello 0,48% a 2,91 dollari la libbra, sempre a causa di realizzi dopo i massimi toccati di recente. A penalizzare il metallo hanno contribuito anche i timori di rallentamento della domanda cinese, specie dopo il taglio del rating operato da S&P.
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