Quinta settimana consecutiva positiva per il
petrolio, che ha guadagnato il 2,2% a 51,67 dollari al barile. Il greggio continua a beneficiare dell'ottimismo su un probabile ribilanciamento dell'offerta, conseguente alla
compliance (adesione) dei membri OPEC ai tagli decisi la primavera scorsa. A sostenere il petrolio anche la
ripresa della domanda delle raffinerie dopo il blackout indotto dagli uragani.
Il
gas naturale parallelamente ha chiuso
in rialzo del 2,1% a 3,007 dollari, al barile, grazie ad una nuova ondata di caldo, che sta tenendo insolitamente alta la domanda in questa stagione. Il gas ha chiuso oltre i 3 dollari, ma termina il trimestre in ribasso poiché
il mercato continua a scontare un livello di scorte ancora troppo elevato, sebbene in linea con la media degli ultimi 5 anni.
Il
grano è tornato a scendere,
cedendo quasi l'1% su base settimanale a 448,25 cent per bushel. A pesare sul prezzo del frumento ha contribuito il rapporto del Dipartimento dell'Agricoltura statunitense, che ha alzato a sorpresa le stime sulla produzione di grani primaverile (spring wheat) a dispetto della grande siccità della scorsa estate.
Settimana negativa anche per l'
oro, che ha
ceduto lo 0,7% a 1.281,5 dollari l'oncia, continuando a risentire dell'apprezzamento del dollaro, conseguente alle prospettive di un graduale ritiro degli stimoli della Fed. A pesare sul prezioso ha contribuito anche l'allentamento delle tensioni geopolitiche, con il caso Corea del nord che è scivolato in secondo piano.
Il
rame ha chiuso una settimana positiva, con un
progresso dell'1,4% a 2,96 dollari la libbra, riavviando il trend positivo registrato nell'ultimo periodo, sulle scommesse di una ripresa della domanda mondiale. A sostenere il metallo ha contribuito anche l'
andamento sostenuto dei prezzi spot, che reagiscono ad un aumento della domanda mondiale.