Il
petrolio ha chiuso in rally la scorsa settimana, chiudendo venerdì in rialzo del 4,4% circa a 51,45 dollari al barile. A sostenere le quotazioni hanno concorso le tensioni
USA-Iran ed il razionamento in Iraq, così come il calo delle scorte USA e la buona domanda cinese. Tutti elementi che puntano ad un
ribilanciamento del mercato verso l'equilibrio.
Il
gas naturale parallelamente ha chiuso vantaggio del 4,8% a 3 dollari, dopo che le scorte sono salite meno delle attese ed in attesa dell'arrivo della stagione
invernale entro poche settimane. Gli operatori sembrano voler scommettere su una domanda buona per il gas nella stagione del
riscaldamento.
Il
grano ha ceduto anche questa settimana quasi l'1% a 439,50 cent per bushel. A pesare sul prezzo del frumento concorre il report del Dipartimento dell'
Agricoltura USA, che ha rivisto al rialzo le stime di raccolto record di Unione Europea, ex Unione Sovietica e Canada.
Settimana molto positiva per l'
oro, che ha guadagnato il 2,35% a 1.301,5 dollari l'oncia, in risposta alla debolezza del biglietto verde. La valuta americana ha perso terreno in scia ai dati sull'inflazione
USA, apparsi inferiori alle attese, che hanno alimentato molte incertezze sul timing del prossimo rialzo dei
tassi da parte della Fed.
Il
rame ha chiuso una settimana molto positiva, con un guadagno del 3,45% a 3,13 dollari la libbra, ancora una volta sulla scommessa di un recupero della domanda mondiale, soprattutto da parte della
Cina che sta sperimentando una ripresa più robusta. La progressiva riduzione delle scorte presso i magazzini del
LME ne è una testimonianza.