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Il punto sulle commodities 28 novembre 2017 - [video]

Il mercato delle materie prime analizzato dall'Ufficio Studi di Teleborsa

Settimana in rally per il petrolio, che ha chiuso venerdì a 58,40 dollari al barile, con un forte rialzo del 3,3% al top da giugno 2015. A sostenere il prezzo del greggio hanno contribuito il calo delle scorte USA, il dollaro debole e la chiusura per uno sversamento della Keystone Pipeline, che porta il petrolio dal Canada agli Stati Uniti, un collo di bottiglia inatteso e temporaneo.

Il gas naturale ha continuato a scivolare, accusando un calo del 6% a 2,911 dollari, il più ampio registrato dal mese di febbraio. Il prodotto energetico continua a scontare un forte aumento della produzione da shale gas e previsioni meteo che indicano un inizio dicembre piuttosto mite, con temperature sopra la media stagionale.

Ottava debole per il grano, che chiude in perdita dell'1% a 422,75 cent per bushel, dopo un report deludente sulle vendite all'export. In realtà, la tendenza al ribasso è stata un po' amplificata dai volumi sottili che hanno accompagnato la chiusura dei mercati USA per il ponte del Ringraziamento.

L'oro chiude una settimana negativa, con un decremento dello 0,5% a 1.289,6 dollari l'oncia. Il metallo prezioso è stato spiazzato dalla debolezza del biglietto verde, muovendosi fra alti e bassi, sulle incertezze relative al futuro della politica monetaria USA. Le minutes della Fed hanno pressoché confermato un rialzo dei tassi a dicembre, ma resta incerto il timing dei prossimi rialzi a causa di una crescita dell'inflazione che delude ancora.

Il rame ha chiuso in forte aumento del 2,7% a 3,15 dollari la libbra, riavviando un trend positivo dopo una fase di consolidamento attorno ai 3 dollari. Il metallo rosso si è avvantaggiato ancora della debolezza del dollaro, ma mostra una certa resistenza in attesa di ulteriori dati sulla salute dell'economia cinese (attesi i dati dei PMI di dicembre).
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