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Il punto sulle commodities 10 aprile 2018 - [video]

Il mercato delle materie prime analizzato dall'Ufficio Studi di Teleborsa

Altra settimana difficile per il petrolio, che perde il 4,4% attestandosi venerdì a 62,06 dollari al barile. Il greggio continua a scontare, da un lato, le ritorsioni commerciali fra USA e Cina a colpi di dazi, dall'altro, un'offerta sovrabbondante della produzione Shale. L'ultimo report di Baker Hughes sui pozzi attivi rileva un aumento di 11 unità e conferma il numero complessivo al top degli ultimi tre anni.

Il gas naturale ha ceduto l'1,2% a 2,701 dollari per milione di BTU, sull'onda dei deludenti dati sugli stoccaggi, con l'EIA che ha annunciato un calo di 29 BCF, inferiore alle previsioni di mercato. La performance negativa è stata tracciata a dispetto dei bollettini meteo che confermano un insolito prolungamento di condizioni climatiche invernali.

Ottava in rally per il grano, che ha chiuso venerdì a 472,25 cent per bushel, in rialzo del 4,7% rispetto alla settimana precedente. Si tratta della prima performance positiva nell'ultimo mese. Il frumento ha beneficiato della conferma delle pessime condizioni del raccolto da parte dell'USDA, lasciando scivolare in secondo piano le problematiche sul commercio USA-Cina.

Settimana positiva anche per l'oro, che ha chiuso a 1.331,9 dollari l'oncia, in vantaggio dello 0,7% circa. Il metallo prezioso conferma così una performance prudente in attesa di novità sul fronte Fed e tassi d'interesse, il principale market mover per l'andamento delle quotazioni, con una reattività solo alle oscillazioni del dollaro, che questa settimana si è indebolito sulla scia della guerra fra USA e Cina.

Settimana positiva per il rame, che ha guadagnato l'1,1% a 3,0585 dollari la libbra, buttando alle spalle le ansie relative alla guerra tariffaria USA-Cina, che per il momento sta condizionandone solo la volatilità. La domanda poi si conferma ancora robusta e le scorte sono calate di nuovo presso i magazzini del LME.
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