Settimana di forte correzione per il
petrolio, che ha
chiuso in ribasso del 4,77% a 67,88 dollari al barile. A penalizzare il greggio hanno contribuito le speculazioni di un possibile aumento del tetto produttivo della cordata OPEC-Russia: si parla di circa 1 milione per compensare la riduzione di Iran e Venezuela.
Il
gas naturale chiude invece
in rialzo del 3,2% a 2,939 dollari per milione di BTU, posizionandosi ai massimi da fine gennaio. A sostenere il prezzo contribuisce l’andamento climatico, che anticipa un mese di giugno più caldo del previsto e potrebbe far impennare i consumi elettrici per il condizionamento. In linea con le attese invece i dati settimanali sugli stoccaggi a +91 BCF.
Altra ottava in rally per il
grano, che ha
chiuso a 543 cent per bushel, con un vantaggio del 4,8% rispetto al venerdì precedente ed al top degli ultimi dieci mesi. Il frumento continua a beneficiare della siccità nelle zone produttive in USA che rischia di danneggiare ulteriormente il raccolto.
Settimana
in recupero per l'
oro, che ha tratto vantaggio dalla debolezza del dollaro, guadagnando circa l’
1% a 1.303,7 dollari l'oncia. Il metallo prezioso ha beneficiato del progressivo indebolimento del dollaro, in risposta alla cancellazione del summit con la Corea del Nord, mentre la conferma di un imminente rialzo dei tassi USA a giugno, perlopiù scontata, ha avuto uno scarso impatto su valute e oro.
Settimana positiva per il
rame, che è
salito dello 0,87% a 3,0775 dollari la libbra, in risposta alla debolezza del dollaro ed alla maggiore domanda cinese. L’evoluzione positiva delle relazioni commerciali USA-Cina ha anche dato un contributo positivo al mercato.