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Il punto sulle commodities 31 luglio 2018 - [video]

Il mercato delle materie prime analizzato dall'Ufficio Studi di Teleborsa

Il petrolio chiude la settimana con un ribasso del 2,51% a 68,69 dollari al barile dopo aver tentato un mini rally. La notizia dei blocchi delle consegne dell'Arabia Saudita per disordini ed il calo delle scorte annunciato dall'EIA avevano innescando un aumento dei prezzi, ma poi sono prevalsi i realizzi e le quotazioni sono tornate a scendere.

Il gas naturale chiude un'ottava positiva, registrando un incremento del 2,36% a 2,822 dollari per milione di BTU. Il prodotto energetico è stato galvanizzato dai positivi dati sugli storage annunciati dall'EIA, che hanno rilevato un aumento delle scorte di appena 24 BCF, molto al di sotto delle attese che erano per una crescita di 36 BCF.

Altra settimana euforica per il grano, che ha chiuso a 530,50 cent per bushel, in rialzo di circa il 2,81% ai massimi da sei settimane. Ad alimentare gli acquisti sul frumento hanno contribuito le previsioni al ribasso sul raccolto mondiale, causate dalla siccità che ha colpito alcune aree chiave di produzione come Europa, Russia ed USA.

L'oro chiude una settimana incolore, portandosi a 1.223 dollari l'oncia, con una piccola limatura rispetto alla settimana precedente. Il metallo prezioso continua a risentire del forte apprezzamento del dollaro, specie sull'euro, dopo la conferma di una politica ancora accomodante della BCE e dopo i positivi dati del PIL americano.

Ottava positiva per il rame, che chiude in rialzo dell'1,51%% a 2,78 dollari la libbra. Il recupero del metallo rosso, dopo alcune settimane negative, è da imputare alla distensione dei rapporti commerciali fra USA ed UE, in seguito all'incontro costruttivo fra Trump e Juncker. Resta però l'incognita Cina ad oscurare le prospettive del commercio mondiale.
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