L'età pensionabile dei dipendenti pubblici andrebbe abbassata, in particolare quella degli
insegnanti, giacché l'Italia resta con il corpo docente più vecchio d'Europa, e nello stesso tempo bisognerebbe
rivalutare l'inclusione della categoria
nella lista dei lavori gravosi e stressanti.
Lo ha spiegato
Marcello Pacifico, Presidente del sindacato della scuola
Anief, in una intervista a Teleborsa, dopo le
consultazioni con le parti sociali avviate dal ministro Catalfo su quota 100 e sulla riforma pensionistica.
"Chiediamo inn
anzitutto di non allontanarci dall'Europa", ha affermato Pacifico, ricordando che
in UE si va in pensione a 63 anni, mentre i
nostri dipendenti pubblici con la Legge Fornero
acquisiscono il diritto a 67. "Non capiamo per quale motivo - ha aggiunto - i dipendenti pubblici devono essere penalizzati rispetto ai loro colleghi europei". La
prima proposta è dunque quella di
abbassare l''età pensionabile.
Per il personale della scuola, poi, bisognerà
seguire attentamente la
commissione sui lavori gravosi e a rischio burn-out (stressanti), che si insedierà a breve, per "valutare lo stress da lavoro nel campo della
didattica e più in generale nel campo della
scuola, a carico sia del
personale docente che del
personale ATA".
Pacifico parla della previsione di
"apposite finestre" che possano agevolare il
pensionamento già a partire dai 60 anni d'età e di una
"maggiore flessibilità", magari equiparando i requisiti del personale della scuola a quello, per esempio, delle forze armate e della polizia.
Il Presidente di Anief ha ricordato che,
in Italia, "la maggior parte degli
insegnanti è over 50, la categoria
più vecchia al mondo e quindi abbiamo bisogno di un
ricambio generazionale, oltre a tutelare la salute nei luoghi di lavoro".