Torna a correre il
petrolio, che
ha chiuso la settimana in rally, guadagnando il 4,7% a 53,907 dollari al barile. Da segnalare anche l'ascesa della qualità Brent sopra i 60 dollari al barile per la prima volta dal 2015. A sostenere le quotazioni hanno contribuito le dichiarazioni del principe saudita
Mohammed bin Salman, che
ha preannunciato il prolungamento dei tagli OPEC sino al 2018.
Il
gas naturale ha chiuso di nuovo in
pesante calo, riportando un ribasso del 5,6% a 2,752 dollari. Sul prodotto energetico pesano le ampie scorte che vanno accumulandosi in USA a causa del clima mite e dei bassi consumi stagionali. I dati sugli stoccaggi hanno evidenziato un aumento in linea con le attese di 64 BCF.
Ottava sostanzialmente incolore per il
grano, che chiude con un
modesto incremento dello 0,29% a 427,25 cent per bushel. Le quotazioni sono ancora condizionate dai movimenti del dollaro, che continua a guadagnare terreno sull'attesa di un imminente stretta della Fed.
Altra settimana difficile per l'
oro, che
ha chiuso in ribasso dello 0,7% a 1.268,5 dollari l'oncia, sempre sulla forza del biglietto verde per la prospettiva di un ormai imminente rialzo dei tassi USA. Il metallo prezioso continua infatti a risentire delle aspettative di un graduale ritiro degli stimoli delle banche centrali, inclusa
la BCE che ha dato il via al "tapering".
Il rame ha chiuso in rosso, con un calo dell'1,96% a
3,10 dollari la libbra, risentendo di realizzi dopo alcune settimane in rally. Il metallo rosso continua a scommettere sulla ripresa, anche se l'atteso ritiro degli stimoli delle banche centrali congelerà un po' la ripresa economica delle economie avanzate.