Ottava drammatica per il
petrolio, che ha chiuso venerdì a
59,20 dollari al barile, con un
ribasso di circa il 9,5%. E' la prima volta quest'anno che il greggio scivola sotto la soglia dei 60 dollari che è da imputare ad una reazione molto negativa al
boom della produzione Shale USA. Il report di Baker Hughes sui pozzi attivi ha segnalato un aumento di 26 unità, il più ampio da un anno a questa parte. Il report mensile dell'EIA ha invece stimato una crescita dell'output USA a 10,59 milioni di barili.
Stessa performance per il
gas naturale, che è scivolato del 9,2% a
2,584 dollari per milioni di BTU, in vista della fine della stagione invernale e della conseguente caduta dei consumi per il riscaldamento. Il gas, ignorando il calo superiore alle attese degli storage pari a 119 BCF, ha risentito maggiormente delle previsioni meteo che indicano un progressivo innalzamento delle temperature nelle prossime settimane.
Prezzi in modesto recupero per il
grano, che ha chiuso
in rialzo di mezzo punto percentuale a 449 cent per bushel, muovendosi fra alti e bassi. A frenare il recente rally ha contribuito l'ultimo report dell'USDA, che ha rivisto al rialzo i dati sulle scorte di fine stagione, per un andamento dell'export più debole del previsto. Ciò è da attribuire al rafforzamento del dollaro ed alla perdita di competitività degli Stati Uniti rispetto al più economico grano della zona del Mar Nero.
L'
oro ha chiuso l'ottava in calo dell'1,5% a
1.313,1 dollari l'oncia riportando la peggiore performance degli ultimi due mesi. A pesare ha contribuito di nuovo il
super dollaro, assieme alla volatilità evidenziata dai mercati mondiali, ma il metallo prezioso resta soprattutto condizionato dall'aspettativa di un progressivo rialzo dei tassi USA quest'anno.
Settimana difficile per il rame, che si è mosso al ribasso, cedendo quasi il 5% a
3,0335 dollari la libbra, ai minimi degli ultimi due mesi. Il metallo rosso continua a risentire della progressiva crescita delle scorte sia al LME che allo Shanghai Metal Exchange, ma soprattutto della pressione ribassista che la scorsa settimana ha investito i mercati mondiali, colpendo soprattutto gli asset ciclici.