Settimana negativa per il
petrolio, che
chiude in ribasso dell'1% a 65,06 dollari al barile, risentendo di vendite cautelative per l'
approssimarsi del vertice OPEC in calendario questo venerdì. I commenti dei vari membri del cartello sulla possibilità di alzare nuovamente le quote produttive hanno tenuto banco negli ultimi giorni, mentre un nuovo aumento dei pozzi attivi in USA è stato rilevato dal consueto report di Baker Hughes.
Il
gas naturale chiude invece
in rialzo del 4,6% a 3,022 dollari per milione di BTU, grazie alle previsioni meteo che indicano temperature in aumento oltre la media ed a dispetto del nuovo
aumento degli stoccaggi in USA. L'EIA ha rilevato infatti una crescita di 96 BCF nell'ultima settimana, superando ampiamente le attese del mercato e la media dei 5 anni.
Continua a scendere il prezzo del
grano, che ha chiuso a
499,5 cent per bushel, con un ribasso di quasi il 4% rispetto al venerdì precedente. Il frumento, che quest'anno ha già guadagnato molto, continua a risentire di realizzi ed anche di un dollaro più forte, sulla scia della politica monetaria più restrittiva annunciata dalla Fed.
E' l'
oro però la
principale vittima del super dollaro. Il metallo prezioso ha chiuso la settimana clou dell'anno con un
calo dell'1,8% a 1.274,6 dollari l'oncia, dopo che la
Fed ha annunciato un nuovo rialzo dei tassi d'interesse ed aggiornato l'outlook prevedendo almeno quattro aumenti nel 2018. Ciò ha penalizzato l'oro che risente sempre delle politiche austere delle banche centrali.
Settimana molto negativa anche per il
rame, che è
scivolato del 4,7% a 3,1445 dollari la libbra. Il metallo rosso come le altre commodities risente della forza del biglietto verde, ma anche dell'
inasprimento delle relazioni commerciali fra USA e Cina: il Presidente Trump ha imposto nuovi dazi ai prodotti importati dalla Cina provocando una immediata reazione di Pechino.