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Paolo Buzzetti di ANCE: opere pubbliche utili e riforma degli appalti

“Siamo arrivati al punto di irriconoscibilità, nel senso che non riusciamo più a fare le opere pubbliche per le quali siamo stati i maestri nel mondo negli anni ’60”. Così il Presidente dell’ANCE Paolo Buzzetti, a margine del convegno organizzato da IN/ARCH - Lazio il cui focus era incentrato su “L’economia di Roma: Opere Pubbliche”.

Buzzetti ha spiegato infatti che “non riusciamo più nei tempi, nei costi e tutto sembra diventato molto difficile” in quanto alla base “c’è una ragione economica, perché negli anni della crisi, la spesa pubblica si è ridotta di circa il 50% e conseguentemente è diminuita la disponibilità di spesa per i lavori pubblici” (manutenzione ordinaria, corsi d’acqua, esondazioni, persino le scuole).

Il Presidente dell’ANCE ha dunque auspicato che “finalmente si inverta la tendenza e si faccia un operazione per tornare ad investire nelle opere utili”, vale a dire le opere che servono, come le opere di manutenzione.

Buzzetti ha anche espresso un giudizio critico sulle tendenza prettamente italiana a legiferare e, pur accogliendo con favore il tentativo di armonizzazione europeo, ha tuttavia sollecitato che il governo attui “una grande opera di semplificazione”. Secondo il numero uno dell’associazione che rappresenta i costruttori edili “sono pochi i punti da mettere in chiaro ma sono fondamentali”: dalla fase di progettazione ed eventuale correzione dei progetti ai metodi di gara.

Buzzetti ha definito “un passo avanti” la recente approvazione al Senato di una norma che riguarda “la possibilità di redigere elenchi di commissari” finalizzati a costituire una commissione di controllo quando si ha a che fare con opere pubbliche. Poi, ha citato una serie di altri fattori positivi riguardo le gare, i controlli, la responsabilità degli ingegneri progettisti riguardo i costi ed i tempi dell’opera.

Cosa può offrire l’ANCE per risollevare l’economia del paese? “Tantissimo – sottolinea Buzzetti - perché un miliardo investito nelle opere pubbliche produce 17mila posti di lavoro e sia su questo fronte, sia sul fronte di una ripresa del mercato della casa, questa è la spinta definitiva alla ripartenza dell’economia interna del paese”

Fra i temi chiave il Presidente ANCE ha citato anche il Codice Etico delle società edili e, quale fattore chiave della riforma, una diversa tempistica per il contenzioso fra imprese e PA, mediante slittamento del dibattito alla fine dell’opera. Questi – conclude - sono i punti centrali di una riforma che aspira a sanare la piaga delle opere incompiute, cavalcando la ripresa con la realizzazione di opere veramente utili.
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