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Marcello Pacifico, la Buona Scuola non fa una buona scuola

"La Buona scuola si sta trasformando in una cattiva scuola" è quanto viene dichiarato da Marcello Pacifico, presidente Anief e segratario Cisal, durante un’intervista svoltasi proprio presso la sede di Roma della Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori.

"Con l’ultima circolare ministeriale, si impone alle scuole una scelta rispetto a quello che prevedeva la legge, la piena libertà di organizzare la propria scuola autonoma, il tempo scuola dei ragazzi, di organizzare la flessibilità oraria e l’arricchimento dell’offerta formativa".

Spiega Pacifico che a legge, molto specifica, aveva previsto tante cose che si potevano fare "ed ora il Ministero"- commenta il presidente del sindacato – "poiché ha riscontrato una discordanza tra l’offerta e la domanda, cioè tra coloro che da un lato hanno presentato una domanda con le abilitazioni che possiedono e dall’altro quello che potrebbero richiedere gli istituti, intende obbligare la scuole a scegliere, non più gli insegnanti che vogliono, non più le materie che vogliono ma delle aree disciplinari".

Insiste il presidente Pacifico che queste 5 o 6 aree disciplinari comportano, per quei lavoratori che hanno fatto domanda, la possibilità di essere impiegati in ambiti differenti dal proprio; è il caso dell’insegnante di musica che può essere impiegato come insegnante di educazione fisica, quello di diritto che invece si ritrova ad insegnare storia, a fare orientamento o qualsiasi altra cosa.

"Ecco che viene stravolta l’abilitazione e la professionalità, si mortifica, così facendo il merito, non si garantisce ai ragazzi un servizio adeguato ed in linea con gli anni di preparazione e formazione del personale e di fatto si squalifica questa buona scuola trasformandola in brutta”.

Questo quanto afferma il presidente il quale prosegue sostenendo che già in precedenza con Anief avevano denunciato l’ipotesi di questo scenario che fin dall’inizio avevano temuto in quanto colpirà nel profondo non solo scuole e lavoratori della stessa ma necessariamente gli studenti e le loro famiglie.

Conclude l’intervista Pacifico, sostenendo che non è così che si rispetta la scuola autonoma ed è per questo che il Ministero dovrebbe fare un passo indietro e lasciare libere le scuole di creare la propria autonomia.











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