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Marcello Pacifico, quella di stabilità è una legge sbagliata

A margine della 13° Conferenza Organizzativa dei legali Anief, abbiamo intervistato il presidente del giovane sindacato con il quale abbiamo affrontato il tema dalla legge di stabilità ed i problemi del pubblico impiego.

In questa occasione si rivolge proprio a tutti il presidente Anief e segretario Cisal, Marcello Pacifico, non solo al mondo della scuola ma a tutto il mondo del pubblico impiego.

"La legge di stabilità scontenta tutti, scontenta i pensionati perché per andare in pensione oggi bisogna aspettare i 67 anni ma anche i giovani che andranno in pensione dopo 43 anni di lavoro prenderanno meno della pensione sociale attuale. Scontenta tutti i dipendenti pubblici perché in realtà, è vero che da un lato è previsto un fondo di 300 milioni di euro per i contratti degli statali ma dall’altro, in realtà ne servirebbero 12 miliardi".

Numeri alla mano il presidente Pacifico specifica "ogni dipendente pubblico dalla scuola alla sanità, alla polizia ha diritto a 5 mila euro di arretrati e dovrebbe avere almeno 100 euro in più, abbiamo fatto questa analisi, su 1500 euro netti di stipendio e questo solo come indennità di vacanza contrattuale. Non stiamo parlando di aumenti perché quelli sono ulteriori rispetto alla vacanza contrattuale".

"Sono scontenti i precari" continua il suo elenco il presidente Anief "perché ancora ad oggi un decimo della pubblica amministrazione continua ad essere chiamato nella sanità, nella scuola, nelle regioni, negli enti comunali come precario e non viene stabilizzato".

Riferendosi nello specifico al mondo della scuola ed in particolare all’ultima riforma ci informa che quest’ultima lascia 100 mila supplenti; ciò significa che permane la famosa supplentite.

"Continua la trattenuta del TFR, parliamo di una trattenuta del 2,5 mentre nel privato non c’è ed in questo momento i tagli ci sono stati anche nel pubblico impiego"- prosegue Pacifico che si avvia alla conclusione informando – "ecco perché abbiamo deciso di scioperare cominciando dalla scuola il 13 novembre insieme anche ad altre sigle sindacali, la protesta poi si allargherà a tutto il mondo sindacale, sarà un autunno di fuoco con il governo ma speriamo che non siano sempre i tribunali a decidere, in caso contrario siamo pronti a difendere i diritti di tutti i lavoratori in tribunale sempre e comunque, la storia ci insegna che alla fine vinciamo".
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