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Sulla mobilità degli insegnanti della scuola parleranno i tribunali

"Questa ipotesi di contratto sulla mobilità secondo ANIEF è illegittima". Così Marcello Pacifico, presidente Anief, esordisce in un’intervista avvenuta a margine del seminario "personale ATA e la Buona Scuola" tenutosi a Roma presso l'Istituto Tecnico Leonardo Da Vinci.

Il presidente sostiene l’illegittimità del contratto sulla mobilità perché "mortifica la funzione docente, per la prima volta i docenti si distinguono tra coloro assunti prima e che coloro che sono stati assunti dopo l’anno scolastico 2015/2016, se sono stati assunti in una fase piuttosto che in un’altra, se sono stati assunti da Gae (graduatorie ad esaurimento) o da graduatorie di merito. Tutti i docenti hanno diritto ad essere trattati allo stesso modo, tutti i docenti hanno diritto a spostarsi".

Secondo Anief, la sequenza contrattuale che porterà di fatto all’adozione di un’ordinanza, viola alcuni principi fondamentali della nostra Costituzione.

Pacifico prosegue nell’intervista denunciando anche il blocco quinquennale sul sostegno: "non si vede nessuna continuità didattica. L’insegnate di sostegno è l’insegnante della classe, della scuola. Denunciamo anche il fatto che l’assegnazione provvisoria continui a non essere consentita ai neo assunti quando in realtà esiste un piano straordinario sulla mobilità approvato dal legislatore".

Il sindacato contesta "la tabella di valutazione dei titoli in quanto non riconosce il servizio fatto nella scuola prioritaria, così come riconosce solamente per metà il servizio fatto preruolo, addirittura alcuni titoli di specializzazione come SIS, TFA e sostegno nonostante siano previsti dal contratto non sono valutati nella tabella".

Ecco perché oltre a diversi sportelli che Anief sta aprendo in tutta Italia al fine di informare, spiegare e fornire consulenze ai colleghi sulle prossime domande di mobilità, il sindacato garantisce anche ricorsi, tramite il giudice del lavoro, che riconoscano ed attribuiscano rispetto alla funzione di docente e la libertà d’insegnamento.
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