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Claudio Borghi si unisce alle forze euroscettiche europee

(TLB) - Roma, 13 mag - Se Massimo d'Azeglio fosse ancora vivo a questo punto direbbe: "abbiamo fatto l'Europa, ora dobbiamo fare gli europei". La crisi, infatti, ha portato maggiore scetticismo verso l'UE, in particolare verso l'euro, considerato da molti la causa dei nostri principali problemi economici.

"Ci hanno dato l'euro falso", ha dichiarato Giuseppe Guarino, giurista e politico italiano, spiegando che tutte le monete, nel momento in cui nascono, hanno un valore che riflette quello dell'economia del Paese. L'euro, invece, è stato creato come moneta giuridica e, per questo motivo, è una moneta fittizia, pesata male.

Nonostante i grandi passi avanti fatti nel costruire l'Europa, dunque, ancora oggi non riusciamo a costruire quell'Unione che è stata lungamente agognata, anzi sembra che in molti vogliano addirittura tornare indietro. Stiamo parlando degli euroscettici, che dopo la vittoria alle amministrative francesi dal leader dell'ultradestra, Marine Le Pen, contrario alla moneta unica europea, si sono sentiti chiamati alle armi. In particolare Le Pen ha invitato tutte le forze euroscettiche d'Europa ad allearsi "per difendere gli Stati nazionali, le identità dei popoli europei, la loro sovranità e in ultima analisi la loro libertà".

All'appello ha prontamente risposto Claudio Borghi, Professore incaricato presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che da anni è impegnato in una campagna informativa insieme ad altri economisti sull'emergenza euro. Abbiamo chiesto all'economista, che sarà candidato alle prossime Europee come indipendente nella lista della Lega Nord, se è vero che l'Italia sia partita male nel momento in cui si è fatta l'Unione Monetaria, come è possibile tecnicamente uscire dall'euro e se questa eventualità possa scatenare una corsa agli sportelli bancari da parte degli italiani.

Intanto da un recente sondaggio è emerso che uscire dall'euro sarebbe un fatto positivo per più della metà degli italiani. Secondo i dati analizzati da Datamedia Ricerche per Il Tempo, il 58,1% degli italiani ha risposto di sì, ad un'eventuale uscita dall'euro, il 35,8% ha detto di no ed il 6,1% non sa o non risponde.
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