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La "questione energetica" secondo A2A, ACEA e ENEL

Al convegno organizzato dalla CISL sul tema "I Distretti energetici ambientali a sostegno della Strategia Energetica Nazionale" sono intervenuti gli amministratori delegati di A2A, Luca Valerio Camerano, di ACEA, Alberto Irace ed il responsabile dei rapporti istuzionali di ENEL Italia, Massimo Bruno.

Luca Valerio Camerano ha parlato per primo di "schizofrenia" del mercato causata da una persistente assenza di una programmazione. Riguardo alla crisi energetica, Camerano ci ha spiegato che sono tre le esigenze sentite: innanzi tutto semplificare le "cure" per questo malato cronico, ad esempio creando un tavolo di confronto governo-imprese-sindacati che ridefinisca le priorità, poi, bisognerebbe ridurre la capacità energetica utilizzata ed, infine, sfruttare le potenzialità che derivano dalle interconnessioni fra il settore energetico e la filiera ambientale.

Albero Irace, Amministratore Delegato di ACEA, è intervenuto su alcuni aspetti che riguardano il settore elettrico e gli oneri imposti alle famiglie. Vi sarebbero una serie di interventi quanto mai opportuni, come quello di prolungare i termini del diritto di recesso e garantire agli utenti ed alle società una flessibilità "controllata" (non così istantanea come avviene oggi). Poi si potrebbe intervenire cambiando il sistema tariffario, che oggi tende a limitare i consumi e penalizzare gli utenti con oltre 3 kilowatt, mentre oggi anche le famiglie con un condizionatore hanno una potenza che supera tale limite. Quanto al problema degli oneri fiscali nelle bollette elettriche il manager ha riaffermato la necessità di ridurne il peso, come leva per lo sviluppo, anche se questo è un problema che andrebbe affrontato a livello di governo.

Quali cure si impongono per il mercato energetico? Alla domanda ha risposto il responsabile delle relazioni esterne e territoriali di Enel, Massimo Bruno, parlando della necessità di stilare nuovi obiettivi futuri con il coinvolgimento di tutti gli attori (parti sociali, imprese e governo). Il vero problema, però, è la burocrazia, perché i tempi autorizzativi oggi sono lunghissimi, dunque una delle cure potrebbe tradursi in "meno burocrazia".
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