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Il punto sulle commodities 17 ottobre 2016

Il mercato delle materie prime analizzato dall'Ufficio Studi di Teleborsa

Il petrolio continua a correre, chiudendo in rialzo dell'1,08% a 50,35 dollari, sull'attesa di un nuovo accordo per ridimensionale l'output assieme ai membri non OPEC, come la Russia. Il mini vertice di questa settimana si è chiuso con un nulla di fatto, aggiornandosi a Vienna a fine novembre. Intanto, i pozzi attivi sono saliti per la 15esima settimana in USA, mentre i dati sulle scorte sono stati letti nel complesso positivamente.

Quotazioni ancora in forte rialzo per il gas naturale, che chiude in rialzo del 2,88% a 3,285 dollari, al top degli ultimi 22 mesi. Il gas ha beneficiato dei dati sugli stoccaggi, che sono saliti di 79 BCF, ben al di sotto degli 87 attesi. Inoltre, l'ultimo report dell'EIA ha rialzato le stime del prezzo del gas sia per il 2016 (2,51 USD) che per il 2017 (3,07 USD).

Il grano chiude la settimana in rally, guadagnando il 6,65% a 421 cent per bushel, dopo che il report dell'USDA ha tagliato di 11 milioni di bushel la produzione, alzando le stime sulle scorte finali di 38 milioni di bushel a causa di un effetto compensazione. Il mercato ha però accolto le stime con entusiasmo, ignorando il rialzo degli stocks.

Ottava moderatamente positiva per l'oro che chiude in rialzo dello 0,3% a 1.255,5 dollari l'oncia, sulla scia della pubblicazione delle minutes del FOMC, che hanno rivelato una spaccatura in merito ad un rialzo dei tassi, rafforzando l'attesa di un intervento a dicembre. A frenare il prezioso concorre anche il dollaro forte, sostenuto anche da una serie di positivi dati macro USA.

Prezzi ancora in calo per il rame, che cede il 2,45% a 2,11 dollari la libbra, a causa del taglio delle importazioni cinesi, in risposta alla stagnazione della domanda. Anche un mercato spot un po' fiacco ha pesato sul mercato del rame, confermando una generale stagnazione della domanda globale.
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