Il
petrolio ha continuato a crollare ed ha raggiunto la scorsa settimana i minimi degli ultimi 10 mesi, accusando un calo del 3,87% a 43,01 dollari alla chiusura di venerdì. Sul prodotto
energetico ha continuato a pesare il surplus dell'offerta, che ha spinto le scorte su nuovi record, anche se gli ultimi dati dell'
EIA si sono rivelati migliori delle attese. Al contrario, i pozzi di attivi in USA monitorati da
Baker Hughes hanno registrato un aumento per la 23esima settimana consecutiva esercitando pressioni sul greggio.
Anche il
gas naturale ha chiuso la settimana in pesante calo con un decremento de 3,56% a 2,929 dollari per milione di BTU, ai minimi degli ultimi tre mesi. A deprimere le
quotazioni hanno contribuito i dati sugli stoccaggi, che sono cresciuti più delle attese, e le previsioni di
temperature contenute nei prossimi giorni.
Prese di profitto sul
grano, che ha chiuso l'ottava in ribasso dell'1,18% a 459,75 cent per bushel, dopo un paio di settimane molto positive. Il frumento ha risentito di realizzi dopo aver toccato recentemente i
massimi da 2 anni a questa parte, a causa della estrema siccità che ha colpito
USA ed Europa.
L'
oro la scorsa settimana si è mosso fra alti e bassi, chiudendo poi su un piano di sostanziale parità a 1.256,2 dollari l'oncia (+0,18%). Dopo la performance negativa scattata con l'ultimo rialzo dei tassi
Fed, il metallo ha consolidato su questi livelli in attesa di qualche novità sulle tendenze dei membri della banca centrale
USA. Unico elemento di supporto la debolezza del biglietto verde, che ha fatto scaturire qualche acquisto sul
metallo.
Il
rame ha chiuso la settimana in recupero, con un incremento del 2,34% a 2,62 dollari la libbra, riavviando il trend rialzista interrotto l'ottava precedente. Le quotazioni del
metallo rosso hanno così raggiunto i massimi delle ultime 11 settimane sulla scommessa di un aumento della domanda
cinese e per il persistere di problemi produttivi.